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venerdì 31 ottobre 2014

L'alternativa del diavolo

Il mostro lo ricaccio giù e, mentre mi guardo dentro, trovo ciò che non credevo esistesse. Ha spinto con pazienza e pervicacia, ci ha messo anni strisciando silente tra una vena e la corteccia che protegge i rami che dal cuore bucano arterie valvole e approfittano dei miei scompensi. Se ci pensate, il cuore abita una cassa e batte batte in attesa che qualcuno presti orecchio poggiandolo sulla carne tremula.
Sempre si attende mentre qualcuno ti scivola dentro.

giovedì 30 ottobre 2014

Palinsesto Hit Italia tra le 17 e le 19


Ma certo che siete vero strani. Niente conta finché non avete deciso che conta. E io? Quando conta quello che per me conta? La Nutella finì e il pane diventò duro aspettando d incontrarla sul tavolino davanti alla TV. E Rufus mi ha flagellato la schiena saltando come una scimmia, dalla spalliera del divano. Devo spiegargli che è un gatto.
Nooooo...Nino D'Angelo ancora vivo è? Signorina. Pure spagnolo canta. Tremendo, devo cambiare stazione. Subito subito.  Ma subito subito.

mercoledì 29 ottobre 2014

Blues

E' una penombra diurna, perché fuori c'è ancora sole, nel locale riposo di prove, di note sfuggite alle dita in una distrazione assuefatta di alcool.
Virginia tamburella con la punta delle dita sul dorso del piano, emette un suono ovattato, una nota soffocata.
- No dai, Francis, fammi provare davvero, dice infine con quelle note cupe e profonde con cui sa modulare la voce.

martedì 28 ottobre 2014

Con le buone maniere si ottiene tutto

-Spegni ‘sta sigaretta, detesto l’odore del tabacco in camera da letto, lo sai bene.
- Da quando hai il sonno così delicato?
- Delicato…ma che parole usi? Il sonno può essere profondo, disturbato, rigenerante, leggero, ma proprio delicato mi pare un termine non appropriato.
-Ti metti a sottilizzare adesso? E da quando noi a letto usiamo termini appropriati? Vuoi che non fumi.. e va bene non fumerò, ma ti prego non mi salire in cattedra…per quanto…
-Per quanto cosa?
-Per quanto mi piacerebbe guardarti le gambe dal basso del mio banco…Io farei il tuo scolaretto, sì il tuo scolaretto porcellino…
-E levami queste mani di dosso…ho sonno

lunedì 27 ottobre 2014

In lenta dissolvenza

 ph: S t e f  a n o  M o l a
In lenta dissolvenza, fuori dalla tua stanza, fuori da te e dalle tue parole, il marciapiede è un materasso 
sventrato,  crepato, io ci cammino lento i passi falsi di un elastico allentato e addosso, file di case ruvide mi piovono addosso e hanno lunghe dita bluastre, hanno dita livide come lo spettro delle cose che resteranno ancora, le cose,  nella loro identica posizione , anche dopo, come ora e come sempre, come ora che sono fuori dalla tua casa, fuori da te e dalle tue parole, in lenta dissolvenza, fuori  dalle geometrie delle tue mani, dai cerchi volubili delle tue dita bluastre nell’aria livida di liti e rabbia dissolta in noia, sfumata in gesti di meccanica insofferenza.

venerdì 24 ottobre 2014

Morire ascoltando Lauretta mia


Ma quanto ero tranquillo e beato l’altra sera? Potevo immaginare mai quello che quel gran cornuto mi doveva combinare?
Ero tutto allungato –per quello che può uno corto un metro e sessantuno – pantaloncini e canottiera, sulla mia bella sdraio, sul balcone piccolo di casa, quello all’angolo della via dei Cassari, che lì ci arriva sempre un poco di vento dalla Cala: meno male che la bonificarono, prima non potevi rimanere affacciato più di cinque minuti; dentro pure i muri sudavano.

giovedì 23 ottobre 2014

Balcone

La notte è calda, rovente e sui balconi c’è gente sveglia che cerca refrigerio. Sono le quattro e mezza.
Fuori, sull’uscio della casa a pianterreno c’è perfino Martina, la mia vicina, seduta con le mani in grembo e ogni tanto si fa vento con un pezzo di cartone. D’estate il marciapiede e perfino un buon pezzo di strada è il suo salotto; sorrido pensando a quanto spazio ha a quest’ora di notte, alle liti quotidiane che intraprende con chiunque abbia la pretesa di parcheggiare davanti alla sua porta.
Vago per la casa, potrei anch’io andare in balcone, ho voglia di guardare il cielo - deve esserci la luna - ma non voglio fare rumore alzando la serranda. Non voglio svegliare i miei figli, mio marito, che riescono a dormire nonostante il caldo, svegliarsi vorrebbe dire non dormire più.

martedì 21 ottobre 2014

Le alternanze del tempo

Aveva una camminata che sembrava una meditazione. Ad ogni passo il suo corpo sembrava levarsi nell’aria, restare sospeso qualche attimo e infine arrendersi alla forza di gravità.
«Signooooora ….. Signooooora ….» gracchiava la vecchia rom seduta spalle al muro, col suo vecchio cane drogato accanto, a supporto di pietà, e la mano tesa a porgere il suo barattolo di fagioli raccatta monete.
Ma la «Signora» non la guardava, non la vedeva. La sentiva? Non lo so! Tutte le mattine, stessa ora, stessa scena, stesso tutto, anche quella strana sensazione, come se tutto intorno si fermasse, cristallizzando quegli attimi come frammenti di una vita in un altroquando. Ogni volta c’era un istante in cui la certezza del momento ics era proprio lì. E ogni volta tutto si ripeteva uguale. 

lunedì 20 ottobre 2014

Palloni gonfiati

Peppinello dei palloni, lo chiamano così. Una vita in giro. Colorati, piccoli, grandi: Ve li gonfio io! Urlava a gola aperta e aveva tolto le tonsille da piccolo e mangiato gelati per un mese. Sputa sangue, gli diceva suo padre, mentre la madre gli sorreggeva la testa con una mano in fronte e una moneta pigiata sopra, lui era piccolo per capire, chissà cosa gli sembrava che il diavolo aveva di dentro e che lui non era come tutti gli altri bambini. Lui non giocava con le pietre, vendeva palloni. Quelli rossi i suoi preferiti, lo stesso colore del suo sangue che lui sputava più forte che poi si sentiva meglio. 

sabato 18 ottobre 2014

Raffinata ad honorem



Finalmente un po’ di relax, ogni tanto staccare la spina fa bene … “Tutto questo stress - pensò Gilda - non si addice ad una ragazza raffinata come me”. Tuttavia, un tempo l’idea di essere una donna super impegnata le dava un’eccitazione tale che superava lo sballo da droga, iniziò a sentirsi bipolare; detto questo prese l’agenda, quella stessa agenda dimenticata pure da Dio, chiusa in un cassetto che contiene solo l’intimo che non guarderebbe più nemmeno un soldato partito per la guerra che non vede una donna da dieci anni. Quell’agenda segnava l’anno 1995, l’uomo si è sempre domandato molte cose: chi ci ha creati, gli alieni esistono, ma soprattutto, che cribbio ci faceva quell’agenda in quel cassetto? E perché stava uscendo fuori soltanto adesso? Sarebbe opportuno fare un colpo di telefono ad Enrico Ruggeri, ma per il momento non era il caso.

venerdì 17 ottobre 2014

La storia dell'Annunziata cattiva


Della sua famiglia, se non fosse stato per lei, nessuno avrebbe parlato e sparlato. Ma l’Annunziata era com’era. Pareva fosse stata concepita dal demonio piuttosto che dall’amore carnale e divino.
Se quella notte i suoi l’avessero generata imperversando scirocco, si sarebbe capito il perché di quel carattere coniato all’inferno; ci fossero stati fulmini in cielo, la si sarebbe creduta figlia di un tempo spietato ed ostile. I suoi genitori, invece, l’avevano “fatta” tra lenzuola di candido lino, appena sposati, così com’era l’usanza di allora.

giovedì 16 ottobre 2014

Persistenza della mollezza

Se nel bel mezzo di un sogno devo chiamare qualcuno al telefono, e solitamente si tratta di emergenze, dai pompieri alla polizia, ebbene, puntualmente la tastiera dell'apparecchio si scioglie, diventa floscia e molle come un budino, mentre io annaspo nella frenesia di comporre un numero dentro una gelatina di tasti spappolati. Come racimolare un 113 che scola da ogni lato? Un 112 che gocciola come gelato fuso al caldo di agosto? L'apparecchio telefonico, baluardo diurno di irrinunciabili comunicazioni, la notte, nei sogni, mi si scioglie. 

mercoledì 15 ottobre 2014

Kobane è caduta

Who stole the soul from the sun
in a world come undone at the seams?

Il sole brucia sulla mia nuca povera di capelli quando siamo a bordo della jeep. Stiamo raggiungendo una città con un nome strano: Kobane. Mamma mi ha detto che lì troveremo i giochi che sono stato costretto ad abbandonare a casa mia, un mese fa. Ci spostiamo sempre, stiamo da gente che ci ospita per poco tempo, poi si sentono i botti e dobbiamo scappare di nuovo.

martedì 14 ottobre 2014

Medusa

I capelli hanno vita propria, Medusa lo sa. S’intrecciano con le loro bocche spalancate, le lingue sibilanti aspirano e restituiscono il vento della maldicenza. Scomposti e agitati come pensieri sconnessi, i processi sinaptici anche loro funzionano a intermittenza. L’adrenalina non mi bagna più qualcosa inaridisce i miei processi neurali.
Medusa ti amo, le dice più vicino possibile alle sue labbra: non mi ridurrai il cuore in pietra ti ucciderò un istante prima. Lei poggia la testa sul cuscino ma è uno schianto mentre rammenta ogni parola, ogni sillaba nell’esatta progressione.
Fa rumore l’odio masticato e poi sputatole contro, avverte il freddo della lama anche se non la vede.

sabato 11 ottobre 2014

AAS Vintage: A strappo facilitato

Non cucino niente stasera. Almeno non devo cucinare niente, penso.  Mi apro una scatoletta, carnesimmental, mammachebuona. Non serve un apriscatole, non mi serve la tua perizia, non mi servi tu, ce la posso fare da sola, che bello sono sola, e non cucino niente stasera. Mi apro una scatoletta, e non cucino niente, mi apparecchio in salotto, un bicchiere di vino bianco e una scatoletta, magari tonno, tonnonostromomareblù, con l’apertura a strappo, apertura facilitata, a strappo facilitato, a strappo. 

venerdì 10 ottobre 2014

'U malufigghiu


Alla Milicia hanno sparato a uno, stava uscendo dal bar.
Ma chi è questo che gli hanno sparato?
‘u malufigghiu, lo conosce vossia?


'U malufigghiu di nome fa Pietro Martorana, 39 anni. Gli sparano ma non muore sul colpo.
È figlioccio di don Piddu Panno, dopo la scomparsa del padrino non si era più fatto vedere in giro tant'è che molti pensavano che fosse scomparso di lupara bianca. Tanti fanno questa fine, un amico gli dà appuntamento e si presentano in quattro, prendono il predestinato, una sentenza sommaria e lo ammazzano. Il cadavere finisce in un pilastro di una costruzione in fabbrica, squagliato nell'acido o buttato in mare aperto con una base di cemento ai piedi. Pietro invece era tornato, quando la gente lo vide prima pensò a un fantasma invece era lui che camminava in carne e ossa, lo vide vivo che respirava, mangiava e scherzava ma tutti concordavano, questo c’è e non c’è, è provvisorio. 
Dicono che Pietro Martorana la mattina del 6 agosto del 1982 è in giro, lo avvistano che per mano porta un bambino.
(Lui è. Talè, ha pure suo figlio, glielo scanniamo?)
Fuori c’è una 127 con tre persone.
Pietro ha capito tutto, guarda suo figlio, suo figlio guarda lui.
Papà!
Sì, cammina, cammina veloce.

giovedì 9 ottobre 2014

Pioggia di marzo

È inesprimibile il concetto secondo il quale due anime sopraffine si possano unire in questo modo. Riesco vagamente a concretizzare l’idea di averti trovata tra questa folla di gente. E’ per me una ragione di vita condividere le mie emozioni con qualcuno che realmente le apprezzi, quindi ti chiedo di essermi sempre fedele. Vorrei fare di me il tuo eroe, ma non è di certo un’impresa facile per militanti come noi. Abbi fede nella libertà, al tuo sogno più intimo e alle stelle che sopra di te esplodono. Tutti questi mesi (lunghi mesi) a patire una solitudine intellettuale fuori dal comune, a vagare nella città in cerca di sguardi momentanei e pericolanti come i palazzi che quieti mi circondano. 

mercoledì 8 ottobre 2014

La ballata di Molly Malone

Si chiama Paul.
La prima volta che lo vidi, la testa rasata e il colorito rosa di testa e viso, solo qualche peletto qua e là quando la barba appena incolta faceva capolino.
Non pensai niente, Paul era di poche parole. Non pensava alle favole che si annidano nei boschi di betulle, alle cascate sulle pozze limacciose, alla datura, alla belladonna, all'ortensia. Non pensava neanche all'antro che aveva nutrito la strega con il suo camino fumigante.

martedì 7 ottobre 2014

Fofò si porta i guai

Baffo impolverato, capello spento e occhio strabico. Portava un paio di occhiali da vista anni settanta, autentici, cioè risalenti all’epoca e aveva sempre avuto abiti imbrattati da gesso e da colore.

Inseparabile dal suo vecchio borsello, tanto pieno di carte da fargli pendere la spalla mezzo palmo, era inscindibile, soprattutto, dal suo contenuto: cedolini Findomestic e bollette da pagare (prima o poi). 

lunedì 6 ottobre 2014

Lavorare con le mani fa molto bene

Mi capita a volte di sentirmi un po' depressa. Troppo lavoro, troppo stress, amori ammalorati, la badante rumena della Mamma, la pancetta dell'età, troppi vorrei e troppe sedute di divano davanti alla TV, accesa o spenta. Allora mi metto d'impegno e mi invento qualcosa da fare, qualcosa di creativo che mi rilassi e assorba nella manualità ogni angoscioso pensiero. Lavorare con le mani mi fa molto bene. 

sabato 4 ottobre 2014

AAS Vintage: Pesche sciroppate

Osip Brik parlava concitatamente andando su e giù per la stanza, il sigaro seguiva la sua mano, questo gruppo deve essere orizzontale, democrazia!
Forse è un concetto obsoleto ma è quello che voglio - Lilia gambe accavallate, le sue caviglie sottili si attorcigliavano come serpenti elegante musa ispiratrice, lo guardava al di sopra degli occhiali continuando a leggere, fumava lunghe sigarette che accompagnava come un maestro d'orchestra, dirigeva i cuori di entrambi.
Osip e Vladimir.. aveva un sorriso per entrambi, sapeva amarli e confortarli.
Ma tu, tu! Vladimir cosa ne pensi ?


venerdì 3 ottobre 2014

Senza un ultimo saluto

Quella mattina in ufficio pensava di essersi salvata, leggendo negli occhi dei colleghi la stessa paura che fino a qualche giorno prima aveva attanagliato la sua gola, ma la telefonata del fratello, rimasto a casa, la smentì: il postino aveva recapitato un telegramma, era stata licenziata.
L’unica parola che ricordava di aver sentito di quel breve testo anonimo, ascoltato in un attimo, mandato giù d’un fiato, come un bicchierino di liquore forte bevuto nelle fredde mattine d’inverno, era quella: licenziamento.

giovedì 2 ottobre 2014

Murder Ballads: Sacco e Vanzetti

Si levarono i calici.
"A voi, Nicola e Bart!", esclamarono tutti, in coro.
"Ehm, ragazzi..."
"Sì, Vanzetti? Che c'è? Qualcosa non va?", disse Josh. Giacomo Trentacoste, per tutti Josh dacché aveva lasciato la Sicilia, da sempre era uno degli amici più cari del compianto Bart, e ci aveva tenuto tantissimo ad organizzare quella veglia in suo onore. Ma ora che le esequie erano in corso, sembrava un po' smarrito. Tanta gente non se la sarebbe mai aspettata. OK, la notizia della morte dei due anarchici italiani era trapelata di bocca in bocca, di fabbrica in fabbrica, di abbaino in uscio per tutta Little Italy, e fin lì ci siamo. Ma che venissero anche gli americani... Che roba.