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sabato 1 marzo 2014

L'alieno e la scrittura

Foto di Marina De Santis
Forse, per scrivere una narrazione onesta e significativa di questo periodo storico, c'è bisogno nientemeno che di un essere che viene da un altro mondo e, soprattutto, che può vedere tutto e tutti dall'alto. Ancora meglio sarebbe se l'alieno in questione - perchè di alieno stiamo parlando - avesse la capacità di passare in rassegna agilmente tutto il tempo in cui l'uomo ha abitato sulla terra. (Dal block notes dell'alieno: "L'uomo è sulla terra da qualche millennio. Sono bruscolini rispetto ai sei miliardi di vita del pianeta).


Il narratore del terzo millennio - quello veramente onesto e significativo - dovrebbe avere queste competenze spazio-temporali minime, dovrebbe intingere la penna in questo inchiostro onniscente dentro un calamaio cosmico. E forse, nonostante i suoi superpoteri, si stupirebbe notevolmente per cosa è riuscito a combinare, in così poco tempo, questo essere spelacchiato dal pollice opponibile chiamato uomo. (Dal block notes: "Lo ammetto, sono stupito. Mi sa che ho beccato una grande storia"). Date queste premesse, l'alieno racconterebbe per benino la nostra storia. Racconterebbe innanzitutto di questa terra che non è mai stata tanto carica d’uomini e che si è riempita così tanto - e lo si vede bene, dall'alto - soltanto nell'ultima manciata di tempo. Oggi siamo più di sette miliardi. Cento anni fa eravamo appena un miliardo e mezzo. Duecento anni fa meno di un miliardo. 

Mille anni fa circa trecento milioni. "Probabilmente gli uomini viventi sulla terra, in questo preciso momento - scrive l'alieno - sono di più di tutti gli uomini nati, vissuti e morti in tutte le epoche, tutti messi assieme". Intanto il “capitalismo” di cui parlava Marx sta colonizzando tutti gli spazi disponibili. Si espande come una nube tossica su tutto il mondo. Proprio tutto il mondo. L’ex blocco sovietico, la Cina, l’India, l’Africa post-coloniale. Tutti che bramano – con l’acquolina alla bocca – per lo Sviluppo e il Benessere, per diventare Come L’America. Si chiama Globalizzazione. (Lo spunto narrativo più temerario della storia della scrittura creativa. L'alieno è eccitato, pieno di adrenalina). Lo stesso sistema economico per tutti questi che mai sono stati così in tanti. Tutti buttati in campo a giocare - volenti o nolenti - lo stesso campionato. Livelli di preparazione imparagonabili. Troppe regole e dunque tantissimi trucchetti possibili per giocare sporco. E soprattutto - annota l'alieno - "innumerevoli sconfitti, che finiscono nudi, secchi e accatastati come le foto di Auschwitz". (L'alieno storce il naso, comincia a usare le similitudini, lui odia le similitudini). Tutto diventa sempre più interconnesso e gigantesco e follemente veloce. Non c’è più tempo per niente. Dobbiamo sbrigarci, darci da fare, perchè La Competizione è Feroce. Già, la competizione è feroce, siamo in tanti, mai stati così in tanti, e tutti giochiamo lo stesso campionato. Poco male se stiamo impazzendo tutti per obiettivi e finalità che non sono le nostre. Ma cos’è nostro, dopotutto? Siamo sballottati da gigantesche forze esterne. Capitalismo + Consumismo + Globalizzazione + tutta la potenza delle nuove modalità finanziarie e comunicative. Ce le abbiamo sottopelle, dentro le vene. La nostra psiche dipende da precise dinamiche economiche. La nostra anima non è mai stata così sovrastrutturata ed etero-diretta. ("La cosa più interessante, narrativamente parlando, è il concetto di libertà - annota l'alieno Gli umani dovrebbero chiedersi: cosa ne sappiamo noi di cosa vogliamo noi?"). Intanto i mezzi di informazione e comunicazione fanno tremare il nostro cervello per la loro pervasività e ossessiva presenza – ci rendono tonti e rintronati, un filo di bava alla bocca – mentre il denaro viaggia per tutto il mondo alla velocità della luce, liquefatto e sparato nel circuito della turbo-cyber-finanza. Dire che "viviamo in un mondo che non è mai stato così complesso" è troppo poco, tirare in ballo il "bombardamento di informazioni", "l'overload comunicativo", i "social network" e gli "indici di Wall Street", non spiega il punto. (All'alieno viene un capogiro, si alza per bere un bicchiere d'acqua, poi si rimette al lavoro). Impossibile paragonare questa “complessificazione” – di tecnologie, informazioni, rapporti sociali, sistemi di valori – a nient’altro mai successo nella storia. (L'alieno comincia a sfogliare quaderni e quadernetti, perde pagine, confonde le date, fa avanti e indietro nella storia umana, prova a fare paragoni, cerca punti in comune, ma niente. Fogli su fogli, accartocciamento di idee, cestino pieno di cartacce). Veniamo continuamente sradicati e gettati lontano, come dentro un vortice psichico, che poi riapriamo gli occhi e ci troviamo in tutt’altro posto. (L'alieno comincia a usare metafore, storce il naso, lui odia le metafore). Abbiamo creato macchinoni troppo veloci e – una volta lì sopra – non sappiamo come si fa a scendere. Il dramma è che tutti – ma proprio tutti, e siamo in tanti, mai stati così tanti – tutti siamo costretti a usare questi macchinoni, anche chi non ha mai portato una macchina in vita sua. (Dal block notes: "Mi sono arreso alle metafore, blocco totale"). Il narratore del terzo millennio, quello onesto e significativo, l'alieno scribacchino che intinge la penna nel suo inchiostro onniscente e calamaio cosmico, si asciuga il sudore sulla fronte, ha un brivido, lo coglie l'idea che forse ha sbagliato a non credere nell'esistenza dell'inenarrabile. Intanto miliardi di scrittori, sulla terra - compreso il sottoscritto - scrivono. Ma di onesto e significativo c'è pochissimo, quasi niente. In fondo è pure normale, certo, perchè siamo soltanto uomini - senza le competenze spazio-temporali minime, senza nessun inchiostro e calamaio cosmico e onniscente. Cosa possiamo sperare di raccontare per davvero? A noi restano le minuzie, gli scorci, i limiti, le superficialità, gli errori, le cantonate, le mistificazioni, i vicoli ciechi. Ma il fatto è che nonostante tutto continuiamo a scrivere, ricavandone pure uno strano piacere. L'alieno, invece, con tutto che ha le competenze spazio-temporali l'inchiostro onniscente il calamaio cosmico eccetera eccetera eccetera, in questo preciso momento, sta sbattendosi la testa contro il muro.

Nino Fricano