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lunedì 29 settembre 2014

Lysiane

Si sta preparando, La Feria la attende in un carnaio di marinai con le verghe dritte, pronunciando sottecchi il suo nome morbido, vellutato, che richiama i mercantili in questi di Brest più delle committenze, come se le sue carni bianche, che solo lei (unica tra noi donne del bordello) orna con pizzi e sottane di colore nero; si illude, lei, di essere l’attrattiva, ma marinai muratori e sbirri, qui tra l’opalescenza del fumo e il fiato caldo, hanno ben altre voglie, intenzioni sottili: vengono a giocare a dadi con suo marito Nono, animale negro, dicono di lanciare i dadi per vincere la posta, lei, la tenutaria del bordello, soave e noncurante mentre nutre del suo sesso l’amante Robert; 

Nono rilancia i dadi e inveendo pareggia i conti con il mondo violando quegli uomini che dicono di voler scopare sua moglie, macché, lo sanno tutti, questi vengono per perdere, è diceria nota nei porti subtropicali, è la nomea di Nono ad accorciare longitudini e distanze ma di questo lei non sa e si illude e intanto chiama Robert, amore mio, per cercare consolazione in ore leziose, e intanto brama Georges Querelle e, guardando il vuoto, si perde nelle differenze dei loro membri e anela di giacere con entrambi, Robert e Georges, a coglierne affinità e diramare l’odio che li oppone e lega, Georges e Robert, più di quanto lei possa amarli, e si proclama dea della voluttà, vezzosa nelle sue moine, nell’enfasi dei sospiri trattenuti; si incipria il collo - lo specchio dà risalto al profilo del volto a tratti molle, gli anni passano -, si spazzola i capelli in cerca di trame e onde e armonie di pieghe e forme, quando lei si avvicinerà al piano – Robert, suona per me -, e da nota languida a languida voce lei canterà che ogni uomo uccide ciò che ama e sarà roco il suo timbro e sarà vago il suo sguardo e sarà suadente, tra afrori e caldo e odore di maschio, tra sigari e oscurità e freddo della notte che avvolge Brest e il suo porto, il suo passo ieratico e la leggerezza del polso e il gioco perverso delle mani ma adesso zitte, sta arrivando Madame Lysiane.

Giorgio D'Amato