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giovedì 2 aprile 2015

Lapa


Due arance rotolarono per terra. Il ciclamino appuntato al paltò vibrò, scosso da un fremito. Una goccia di saliva fuoriuscì dalla bocca dell'anziana signora. L'impatto era stato tremendo. 

Si era perso, non c'erano dubbi: niente prati, niente alberi, soprattutto niente fiori, ma non si poteva dire niente di niente, anzi, i suoi piccoli occhi erano investiti da migliaia di particolari mai visti prima. Cosa lo aveva condotto fin lì? L'istinto, lo stesso che lo riportava puntualmente a casa, ogni volta. Era un esploratore, uno dei migliori che la regina avesse mai avuto.

La za' Pina viveva alla Vucciria da sempre. Quando aveva sette anni, durante la guerra, abitava in quella stessa casa con altre quindici persone. Ricordava bene le corse che doveva fare al suono della sirena, per nascondersi nel Ricovero. Non poteva nemmeno piangere, per non spaventare i più piccoli. Quando il pericolo era passato e usciva dal rifugio, c'erano nuvole di polvere che nascondevano ogni cosa. Che era anche meglio, perché quando la polvere calava  rimanevano solo case sdirrupate.

Viaggiava da giorni, ma non sentiva la stanchezza, aveva percorso molti chilometri, ma era abituato, era il suo mestiere. Continuava a seguire la sua traccia, la sentiva sempre più forte, sempre più vicina. Ad ogni modo aveva superato il punto di non ritorno, quindi conveniva proseguire. Al fatto che si fosse perso avrebbe pensato dopo. 

Le urla del mercato arrivavano fin davanti casa, la za' Pina avrebbe potuto distinguere ognuna delle voci dei venditori, tanto li conosceva bene. Indossò il paltò, davanti l'uscio gridò «Se esci tirati la porta».
Risalì via Argenteria, passò davanti al palazzo crollato qualche mese prima, sembrava un corpo tagliato a metà da cui si intravedevano le viscere. Arrivò in piazza Caracciolo, comprò le arance e dei pomodori. Vito Ingargiola le regalò un ciclamino «A questa bella signora» disse. La za' Pina sapeva che scherzava ma arrossì lo stesso.

Eccolo! Sapeva che non si sarebbe potuto sbagliare, aveva affrontato quel lungo viaggio con un unico scopo, aveva attraversato le campagne, rischiato la vita, ma ce l'aveva fatta: un fiorellino dai petali rosa. Raccolse le ultime energie e sbatté le ali più forte che poteva.

In corso Vittorio la za' Pina prima d'attraversare guardò a sinistra verso il mare e a destra i Quattro Canti, non si accorse che un'ape, dopo una manovra a otto, era lanciata a tutta velocità contro di lei.
L'impatto fu tremendo.  

Gioacchino Lonobile