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mercoledì 22 aprile 2015

Jeanne della pioggia

Una grande vetrata, molti dei vetri rotti.
La pioggia incessante bottiglie sparse 
Ovunque colori tele soprabito capello tutto lì lasciato per caso e ancora cadaveri di bottiglie dissanguate, ma Jeanne Hebuterne  aveva un posto speciale, Modì l'amava a suo modo, sapeva che l'avrebbe atteso in silenzio in quella stanza seduta accanto al tavolo a tenersi la testa tra le mani, di una bellezza senza tempo e il suo collo lungo, erano perfetti, punto fermo acqua cheta che infrange nella vita scapigliata di Modì.

Gli amici l'avevano soprannominata noix de coco per il suo incarnato e i capelli castani pittrice, anche lei, Jeanne diceva che non poteva vivere senza di lui.
Piove, la pioggia parla diceva Modì. 
Lei chiedeva: cosa dice? e lo abbracciava forte, lo guardava profondamente negli occhi, sorrideva. La casa piena di amici irrequieti, Modì li rassicurava, per loro artisti strampalati era tutto, alcol fumo feste tutti amavano mostrarsi eccentrici com'erano, Modì no!! Era così, lui amava tutti e tutti amavano Modì. Jeanne lo attendeva lo rassicurava lo curava lo amava, le sue mani a carezzargli i capelli, poi lo baciava, sorrideva. Modì amava il suo collo lungo, lo seguiva con il dito, Jeanne inclinava la testa, lo baciava.
Piove, la pioggia parla. diceva Modì 
Lei chiedeva: di cosa?
Lui la guardava, sorrideva. 
Jeanne stava seduta vestita di velluto blu, i capelli raccolti la testa leggermente inclinata, Modì la guardava e ne imprimeva l'immagine nella tela, era la sua musa ispiratrice 
Modì a trentacinque anni si ammalò, lei seduta vicino al tavolo si teneva la pancia con le mani, aspettava un figlio.
Fu una lunga corsa in ospedale ma non c'era nulla da fare, Jeanne lo guardava, le lacrime a coprire gli occhi, lo baciò sulla bocca, un solo grido cupo risuonò, ritornata a casa dei genitori si lascio cadere dalla finestra del quinto piano.
Piove, la pioggia parla, diceva Modì. 
Lei chiedeva: di cosa?

Peppa