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giovedì 30 luglio 2015

Il romanzo epistolare secondo AAS

Il romanzo epistolare deve la sua fortuna non solo al genere tipicamente d'attesa (il postino suona sempre due volte) ma sopratutto all'atavico mal funzionamento delle Poste Italiane che mai hanno retto il confronto con quelle tedesche.

Le Ultime lettere di Jacopo Ortis trovarono sfogo nel logorio di centinaia di piume d'oca e nello sconforto di un allora inesistente servizio di ritiro/consegna a domicilio. Nell'incertezza del recapito delle missive, lo scrivente raccoglieva i suoi pensieri, desiderata, sospiri e lamentele (mai niente di allegro) sotto forma di romanzo epistolare, lo proponeva ad un editore sottraendosi ad ogni tributo statale per il principio della libera circolazione di idee.
Di Jacopo Ortis ci sono pervenute solo le ultime lettere. Quelle di prima, probabilmente, furono recapitate grazie ai soliti amici e parenti, e pertanto se n’è persa traccia.
Se tutto sappiamo del contenuto delle Ultime lettere, nulla si sa del contenuto delle prime.
Da alcune indiscrezioni pare però che le prime lettere di Jacopo Ortis non contengano nulla che, sotto il profilo letterario, possa essere interessante. Sarebbero dei messaggi di prova, scritti per testare l’efficienza dei servizi di consegna. Il contenuto sarebbe:
“lettera 1 – prova”
“lettera 2 – prova”
“lettera 3 – prova”
“lettera 4 – prova”
E così via.
Al di là di quanto detto, l'unica veramente felice per aver dovuto leggere solo le ultime lettere è Teresa che, fra la prima e l'ultima, si è felicemente trastullata.
Senz’altro di maggiore spessore e peso l’opera “Ultimi pacchi di Jacopo Ortis”, con cui il mittente inviava al destinatario ottime confetture di pesche dei colli Euganei. In questi invii nessuna traccia di lagne tipo “il mio cadavere non cadrà tra le braccia straniere” e nemmeno tranci di morto (il cui invio è severamente proibito dai servizi postali).


Recente il ritrovamento dell’ultimissima lettera di Jacopo Ortis, senz’altro successiva a quelle note, in cui il mittente rivela poca dimestichezza con l’uso della lingua italiana e scarso interesse per questione patriottiche: 
Di tutte queste allettere che vi hanno stato mandate non seppi niente che io mai ebbi studi. Quel bizzoccolo di Vanni il raggioniere dovesse buttare sangue per la diffamazioni che mi feci con questi sgherzi di malacreanza che io non c’entri niente. Dovesse moriri di subito. Che se gli austriaci avissero saputo di queste minchiate, mi facevano la peddi e lo peddizzuni. Per quanti riguardi Teresa, mai feci pensieri su di essa, essendo ella femmina laria, occhi torti, culo caduto, bocca di cani mortu.
Giacopo Ortis di padre e Sparacino di madre.


Giorgio D'Amato (feat. Floriana Sciortino)