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martedì 6 ottobre 2015

Il genere rosa secondo AAS

Il genere rosa, è chiaro a tutti, è destinato ad un pubblico femminile - che all’inizio si chiamava Liala (noi pensiamo che si trattasse della fidanzata di Mondadori, l’editore). Manda alle donne un messaggio: due cose ci sono belle nella vita, l’amore e il sesso (che poi possiamo decidere cosa ci interessa di più), divertitevi  e non lagnatevi, perché in fondo in fondo, anche voi c'avete le vostre belle soddisfazioni!
Questi romanzi sono molto attraenti per alcuni elementi che vedremo in seguito: essi si basano sul contrasto, confronto, spesso serrato, tra l’uomo e la donna – i due si catuniano per un bel pezzo; il conflitto raggiunge a volte un tono drammatico, si lanciano accuse - coltelli non se ne vedono - e giungono  al limite con la rottura dell’equilibrio (questo è il momento in cui generalmente la lettrice chiude il libro e decide di preparare la cena, che magari, pensa, poi tutto si risolve e intanto rimugina le parole della protagonista e ci aggiunge pure qualcosa lei, del tipo “questo cornuto, ma chi si crede di essere..io al suo posto..”, cose così. C’è da dire che a questo punto spesso la donna mette l’uomo alle strette, si tratta di  un vero e proprio duello con il maschio, un duello metaforico, intendiamo! causato però dal risfizio (che proprio non ne può più con questo tira e molla); per fortuna però nella seconda parte del romanzo la crisi immancabilmente si risolve e i due si sposano - e questo generalmente succede dopo cena quando il marito è già da un bel pezzo sdraiato sul divano, comodo, guarda il soffitto con la bocca aperta, spalancata, ma non dice niente, dorme.
Il genere rosa ha molte fan, e mi pare strano che nella realtà ultimamente succeda diversamente: succede che lei, invece di aspettare il lieto fine, il maschio lo lascia, e lui la ammazza – che la donna potrebbe starsene un poco zitta, farebbe comodo a tutti, compresa alla suocera che poi si vede arrivare il figlio a casa con la valigia piena di mutande sporche (che lui non è riuscito a far partire la lavatrice).
Il genere rosa è così perché Liala ha preso come modello “la bisbetica domata” di Shakespeare, uno che con le donne non ci andava molto d’accordo. In questa commedia la donna che era tosta assai, alla fine cede alle avance e l’uomo che era prepotente si calma – diventa cortese, generoso (attipo che  le compra una Smart o un anello con i brillanti, accetta di andare a fare un corso di tango argentino – che lei è da tanto che insisteva – e ci prende pure gusto, lui che di ballare non ne voleva, diventa come Richard Gere, quello che ha fatto “Shall we dance?”) e i due certamente si sposano e la loro vita è un paradiso dei sensi. Perché questo genere - rosa come il corredino delle neonate -  innocente non è, infatti l’erotismo è una caratteristica importante del romanzo rosa. Ma l’eros qui è un puttino malizioso, sottinteso, insinuante; le sensazioni fisiche delle bellissime protagoniste descritte con dovizia di particolari ci aprono la porta e, a quel punto, noi – le femmine che leggono questi romanzi rosa, s’intende! - udiamo, tocchiamo, odoriamo l’attesa e consumiamo il godimento. 
Vastase!

Rosa La Camera