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mercoledì 25 novembre 2015

La signorina Concetta - Il gattopardo raccontato dalle cameriere

Quello che so non l'ho raccontato a nessuno, Padre Reverendo...ma in confessione è tutta un'altra cosa, in confessione non manco di parola a chi feci la promessa di non parlare. Fu la notte dopo che la signorina Concetta comandò di buttare il cane rognoso. Noi cameriere fummo contente assai!
Se  Sua Eccellenza si era stancata di priulazzo e ragnatele nella stanza significava che la testa ce l'aveva ancora a posto e invece...Bedda Matre! Non me la scordo più quella notte!! Prima sento un rumore come di vetro rotto, poi un lamento come di chi sta morendo. Mi faccio le scale senza manco le scarpe ai piedi...e trovo Sua Eccellenza a mezzo letto, bianca più dei guanciali, occhi spirdati, capelli spettinati, in mano un bicchiere vuoto e la bottiglia dell'acqua a pezzi per terra!  Eccellenza – dico - state male del cuore? Mando a chiamare il medico? No, Annetta - dice afferrandomi una mano - siediti sul letto e ascoltami, perchè prima che muoio voglio dirlo a qualcuno. E così si mette a parlare che non la capisco proprio, parole che mi fanno paura, che la vita è solo un imbroglio, che in gioventù aveva creduto a cose non vere e da allora aveva commesso  solo peccati, aveva parlato quando era meglio stare zitta ed era stata in silenzio quando sarebbe stato meglio parlare! Poi si mise a piangere dicendo che il suo era stato un sogno inutile... solo il sogno di una collegiale scriteriata perchè aveva sognato solo lui, amato solo lui...senza nemmeno sapere se lo voleva veramente! E piangeva... oh quanto piangeva!! Bedda Matre! Ma di chi parlava la povera signorina Concetta? Oh Padre Reverendo! Volevo chiamare anche Voi perchè pareva che Sua Eccellenza stesse per morire davvero...ma lei non volle che uscissi dalla stanza e  continuava a ripetere che aveva commesso solo peccati....che aveva lasciato morire il Principe Fabrizio senza il suo pianto di figlia e che per orgoglio fingeva affetto per la donnaccia che l'aveva confinata nell'ombra!! Gridò poi che tutto quello che l'era capitato lo aveva voluto solo lei per colpa del suo orgoglio caparbio! Padre Reverendo la vegliai tutta la notte e per farla dormire le cantai pure la ninnaò dei picciriddi miei! Provai pena e dolore per lei ma l'indomani mattina quando si svegliò era tornata come prima e senza nessuna gratitudine anzi adirata con me per essersi mostrata debole mi impose il silenzio su quanto avvenuto. Mentre parlava sulla faccia aveva il cipiglio sprezzante di Casa Salina.

Laura Mancuso