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giovedì 10 dicembre 2015

Cinico Natale: Babbo Natale non esiste


Io i figli della sorella di mia zia non li ho mai sopportati, i pinnaluocca, li chiamiamo. Occhialuti, brufolosi, con le braccia lunghe e muti.
In effetti lei, la madre, Vanessa, ma che nome è? Lei parla per tutti, la mammina che li nutre a bastoncini di pesce, perché con le lische ti puoi affogare, e invece lei per Natale si strafoga che la cerniera della gonna è sicuramente cucita con il filo chirurgico per non scoppiare, e le salamelle di cosce sono un cosciotto unico. Lei che predica tutti i valori giusti e che la domenica è alla Santa Messa e ha i suoi bracciali tutti a forma di rosario.


Io sono convinta che suo marito la tradisca, perché una moglie così o la tradisci o la sopprimi.
Tutti da mio zio, ogni Vigilia, ormai a questi non ce li scansiamo più, e mia nonna a dire: ma altrimenti si offendono e poi che disturbo ti danno?
Già, che disturbo mi danno? il più piccolo me lo ritrovo sempre accanto, con la scusa che è bambino allunga la mano, ma quest’anno gliela trancio con l’apri ostriche e lo faccio piangere come un vitello scannato.
L’altro che ogni tre secondi s’infila le dita nel naso e si scaccola, a quello me lo porto in bagno e gli metto la testa nella vasca fino a quando non mi dice basta.
Anche quest’anno quel pollo di mio zio si acconcerà da Babbo Natale, perché questi due pinnoloni, credono che Babbo Natale esista. E le renne e la slitta? Pure quelle.
Il nostro Babbo Natale ha l’accento palermitano, i mocassini con la tuta e un abito da venti euro. E nella parrucca secondo me ci sono le pulci, che in questo vestito ci abitano felici da generazioni.
Quest’anno i ragazzi, “i pinnaluocca”, devono crescere, le cose qui devono avere una svolta. Epocale. Così appena mio zio si affaccia dalla porta vestito da vecchio ubriacone (mi pare di impazzire, ogni anno la stessa cosa) prendo la candela, quella che la zia ha comprato dai cinesi un euro, e che ha rallegrato la nostra tavola, prendo la mira e gliela tiro addosso, gridando Alleluia, Alleluia, e zac la fiammata parte come una Ferrari, che il sintetico è un portento per la carbonella e Babbo Natale, che nel frattempo aveva preso in braccia mia cugina, la rompicoglioni di quattro anni, la lancia in alto contro il lampadario di finto murano gridando come un addannato. E gli esce il miele dalla bocca, parole di armonia e felicità: Buttana ri me suoggira, e via di seguito contro tutti i Santi del calendario, festività soppresse comprese. La Vanessa quasi sviene e alla madre (la buttanadisusuoggira) resta un pezzo di torrone mandorlato tra la lingua e il cannarozzo.
Ziooooo, dice il primo pinnaluocca risvegliato dal suo torpore genetico, zio chi? Risponde il secondo.
Ho capito, il prossimo anno lo dobbiamo rifare.

Adele Musso