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giovedì 28 gennaio 2016

San Valentino secondo Adamo ed Eva

Adamo: E chi sarebbe questo sanvalentino? che ancora non ho cominciato a dare i nomi alle cose, non fatemi fretta - un dolore al fianco, non ce l’avevo ieri sera prima di dormire - qui il primo che arriva detta legge.

Ora, mi sveglio e c’è questo come me qua vicino, io non l’ho mai visto e a guardare bene non è proprio come me, ha qualcosa in più e qualcosa in meno, pure un odore diverso, tra fiore e nuotanelmare, e anche poca pelosità.

Quasi quasi provo a parlarci, ecco, provo a chiedere se vuole venire con me a mangiare un disco cotto sul fuoco e poi unire le bocche, mi sembra una buona cosa da unire come inizio, poi quel che viene.

Secondo me dice di sì - un prurito sotto la pancia - in questo posto non c’è molto movimento, se non facciamo delle cose insieme ci sarà da annoiarsi.



Eva: Io ho il sonno leggero, sento gridare Chi è questo sanvalentino?!!

mi sveglio e vedo là per terra questo comeme, pieno di peli scuri, un odore da quattrozampe mangiaerba. Già il fatto che mi guarda, la prima volta che lo vedo, il petto mi batte veloce, se gli viene in mente di toccarmi con quelle mani sporche, a rovinarmi la pelle nuova nuova.

Però, a guardare bene, il comeme peloso non è così male, sempre meglio di quel verdescaglioso che si attorciglia sull’albero.

Ha una cosa che spunta sotto la pancia, che impressione! dovrò scegliere una foglia di fico anche per lui, così magari lo convinco a portarmi a fare un giro, poi in un posticino dove mangiare un disco di semi macinati impastati con acqua e cotto sul fuoco, e dopo potrebbe donarmi un cerchio per dito in metallo giallo con una di quelle cosette dure lucenti. Vabbé, non è così peloso e puzzoso, mi viene quasi voglia di spostare i peli della faccia e di appoggiare la mia bocca sulla sua.

Oddìo, eccolo che arriva e non ho ancora messo un po’ di nerofumo sugli occhi.



Raimondo Quagliana