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lunedì 8 febbraio 2016

San Valentino secondo i vicini di Erba

Oggi ho passato la mattinata a pensare a noi com’eravamo prima. Sono rimasta a letto con te disteso al mio fianco a dirmi parole segrete, accarezzandomi i capelli. Poi ho sentito bussare, l’ennesima provocazione per trascinarmi nel loro incubo, ma stavolta non ci casco.

Possono tenerci lontani chilometri, ma noi siamo più forti, siamo indistruttibili. C’invidiano perché io e te insieme vivifichiamo la loro frustrazione. In fondo non è cambiato molto da quando vivevamo nella nostra casa, ti ricordi? Prima che usurpassero la purezza del nostro amore. L’isolamento è un dono, seppure frutto della loro cattiveria, e a distanza continuiamo a viverci come sappiamo solo noi. La possibilità di un amore perfetto li ha fatti infuriare. I vicini con le loro angherie hanno disturbato di continuo le nostre giornate silenziose, di contemplazione e adorazione reciproca. Ci odiavano. Da tempo avevamo capito che tramavano contro di noi. Avremmo dovuto essere subdoli come loro e invece - ingenui noi - siamo caduti nella loro trappola dopo la provocazione più irritante: il pianto e le urla di quel bambino maledetto – ce l’ho ancora nelle orecchie –. Che bassezza usare un figlio come strumento di aggressione, ma poi ho realizzato che quel moccioso sarebbe stato nostro nemico, una volta cresciuto, come e peggio di quei maiali che l’hanno messo al mondo. A pensarci, il sangue mi bolle come allora, rifarei tutto e anche peggio tale è la mia voglia di vendetta, ma non ripeterò gli stessi errori, non gliela darò vinta. Avevo creduto di doverti avere vicino per sopportare questa vita, ma scopro che non è così. Mi tocco il petto e sento il ritmo del tuo cuore. Sei ancora con me. Non è cambiato nulla.


Serena Giattina