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venerdì 22 luglio 2016

Mondello

La sabbia da vicino è premessa, da lontano promessa.
Mai stata così compatta.
Mi sono ripromesso di tornare a Mondello per prendere il sole, giocare a pokerone o un po’ a pallone. Sono arrivato e mi sono buttato a mare, come fosse Atlantico. Non volevo respirare più. Guardavo il mare in apnea, mi immergevo a polmoni aperti. Mi ci tuffavo dentro. 
Voglio che il sangue sia salato bene, voglio che si avvicini al gusto di Mondello. Mi sono fermato ogni estate a contare le cabine di questa spiaggia, perdendo sempre il conto - la gente distrae.

I muscoli evidenziati dall’olio abbronzante, i capelli increspati dal mare, il contorno occhi marcato dagli occhiali da sole, e le macchie di sale sulle scapole e le spalle; su piedini e seni, su anziani e picciriddi

La gente a Mondello è sempre la stessa: solita stratificazione.
Spirito in carne:acqua, terra e sale. 

Salimi addosso sole, 
Che oggi ti vorrei sposare.
Sono venuto dalla città per farmi asciugare. 
Trasportami sole in terre lontane, 
Fammi vedere i posti e ammirare la tua luce sul mare.
E riportami a Mondello a guardare la gente mangiare, 
Sotto gli ombrelloni rossi prima che un altro settembre stia per arrivare.

Tre mesi passano svelti. Mondello non la dimentichi mai. Senza cabine, in pieno inverno. Senza poesia, in piena estate.

-Mii Giovannino comu si fattu graannì! Chi fai? Scrivi? Ma ettati a Mari ca c’è cavuru!-

Alessio Castiglione
Foto: Giulio Gallo Gallo