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giovedì 27 ottobre 2016

Ho fatto l'amore con Pippo Baudo

La morte è una cosa orribile, specialmente quando tocca un amico caro.
Eravamo in tantissimi a quel funerale. Tra la folla vidi lui, non credevo ai miei occhi! Avevo amici in comune con Baudo, ci presentarono, ma appena conosciuti scattò quella fiamma di passione alla quale non si resiste. Ho tenuto per anni il segreto, ora basta! Dirò tutto.
Ho avuto un incontro ravvicinato con Pippo Baudo!

Lo confesso, questa esperienza mi ha cambiato il modo di vedere il sesso.
Noi pubblico, abituati a vederlo in giacca e cravatta, persona elegante e professionale, pensiamo che lo sia pure nell’intimità, ebbene sì! Anche a letto porta la cravatta. Un accessorio di moda che diventa un sex toy.
Eravamo nella stanza degli ospiti del defunto, non è stato semplice seguire la sua falcata, però mai come allora fu utile.
Ci spogliammo, lui guardò me io guardai lui, con un’abilità da illusionista tolse la camicia e rimase in cravatta, gli strizzava il collo scendendo oltre l’ombelico, nascondendo il sesso.
La cravatta cominciò a passarla sui miei piedi, sino alle mie parti intime per poi continuare sul seno, la cravatta prese tutti gli odori del corpo per poi essere leccata prima da lui e poi da me. Anche a letto è un creativo, posizioni mai vissute, si coglie benissimo la sua frequentazione con troppi coreografi, il respiro ansante. Mi prese una coscia e mi ritrovai col piede in testa, non capivo ma mi adeguai, l’incrocio di gambe, mani, braccia, tacco punta, gli ricordai che non sono la Parisi e nemmeno la Cuccarini! Lui e i suoi tentacoli t’imprigionano, come un calamaro che afferra la sua preda e ti blocca al suo volere.
Per la sua stazza risultò impacciato, cadde spesso dal letto, si rialzò, la cravatta sempre presente.
L’incrocio di gambe si evolse, il rossore della pelle livido, troppe acrobazie. Annoiata e stanca di giocare con la sua cravatta scesi dal letto per rivestirmi, lui a tentare di fermarmi ma sbattè la faccia a terra, mi girai e lo trovai in ginocchio dolorante con mani giunte davanti a me, cara non andare ti prego. Metto la cravatta più lunga!?
Lo guardai ma non dissi quanto pensavo.
Strozzati.



Caterina Guttuso