-Signor Maresciallo, come glielo devo dire? Ieri notte…maledizione,
saranno state le tre, mia moglie mi ha svegliato di soprassalto,
scuotendomi animosamente perché aveva sentito rumori in casa. Io ho il
sonno profondo, non avevo sentito nulla.
«Vai a vedere cosa è stato», mi ordina lei, impaurita. Noi siamo gente semplice signor maresciallo, non abbiamo niente di valore in casa, siamo onesti lavoratori che si rompono la schiena tutto il giorno per vivere dignitosamente.
«Vai a vedere cosa è stato», mi ordina lei, impaurita. Noi siamo gente semplice signor maresciallo, non abbiamo niente di valore in casa, siamo onesti lavoratori che si rompono la schiena tutto il giorno per vivere dignitosamente.
Ho una piccola ditta di traslochi marescià, mica na
gioielleria, torno distrutto a casa tutte le sere, e quello che mi
auguro di trovare sulla mia tavola è solamente un pasto caldo! Ma le
pare che uno come me…
Mi alzo dal letto impaurito, signor
maresciallo, sentivo il cuore battermi in gola. Tremo dalla paura ad
ogni mio stesso respiro, perché anche io sento dei rumori sospetti in
cucina. Con passo cauto e a piedi nudi mi incammino nel corridoio e
passando per il ripostiglio prendo la mazza da lavare e la impugno
saldamente fra le mani. Sono a due metri dalla porta della cucina che è
aperta e ancora strani rumori dimostrano la presenza di un estraneo in
casa mia. Mia moglie intanto è arrivata alle mie spalle. Ha gli occhi
spalancati e le mani tremanti appoggiate sulla mia schiena; mi spinge
come per farmi entrare in cucina. Io me ne sarei scappato chiudendomi
nella stanza da letto, signor maresciallo, ma che dovevo fare… ero io
l'uomo, dovevo difendere la mia casa, e poi, chi l'avrebbe sentita mia
moglie.
Una luce giallastra e fioca proveniente da un angolo della
cucina mi fa tremare le ginocchia lasciandomi senza fiato, era la
conferma della presenza di qualcuno, e il rumore di quando si apre una
lattina, che era seguito subito dopo, mi indicava pure in che parte
della casa si era posizionato il manigoldo. Le mani sono sempre più
sudate e il respiro sul collo mi infonde certo coraggio. Afferro bene la
mazza da lavare con entrambe le mani e cerco di tirar fuori quel
briciolo di coraggio che ho in corpo.
Lei maresciallo che avrebbe
fatto..., quasi piangevo dalla paura avrei voluto solo vedere quanti
erano e come erano fatti. Mia moglie si allontana andando verso il
telefono dell'ingresso, suppongo voglia chiamare i carabinieri, Io
invaso dalla paura faccio capolino con la testa all'ingresso della
cucina per vederci chiaro. Stringendo i bastone fra le mani e decido
finalmente di entrare per sfruttare il fattore sorpresa.
Non sapevo
cosa mi aspettasse signor maresciallo, glielo giuro, è stato più un atto
di paura che coraggio..., mia moglie mi stava guardando con aria
accusatoria come solo lei sa fare e a me in quel secondo mi passava
tutta la vita davanti.
Ho colpito con tutta la forza che avevo, una
due, dieci volte ed ero in un tale stato di trance che non ho nemmeno
udito le urla di dolore e le preghiere di aiuto che venivano da quel
corpo ormai in terra che provava a evitare i miei fendenti che si
facevano mano mano meno violenti. Non avevo più cognizione di niente
glielo giuro. Guardando la lattina per terra ormai svuotata, tornai in
me.
Come potevo sapere signor maresciallo, come potevo immaginare che
sotto i miei implacabili colpi c'era mia cognata ammutolita dallo
spavento e dal dolore.
L'ho svuotata, povero me, è vero, ma bisogna analizzare le circostanze marescià!
Gaetano Messineo