Ma
quanto ero tranquillo e beato l’altra sera? Potevo immaginare mai quello che
quel gran cornuto mi doveva combinare?
Ero
tutto allungato –per quello che può uno corto un metro e sessantuno – pantaloncini
e canottiera, sulla mia bella sdraio, sul balcone piccolo di casa, quello all’angolo
della via dei Cassari, che lì ci arriva sempre un poco di vento dalla Cala: meno
male che la bonificarono, prima non potevi rimanere affacciato più di cinque
minuti; dentro pure i muri sudavano.
Che potevano essere le dieci, dieci e
dieci? Mi stavo scialando con una mezza forst ghiacciata e quel venticello
santo (meglio dell’aria condizionata che mi devo prendere per forza quando
consegno l’acqua negli uffici), e intanto mi guardavo un film, uno di quelli antichi
in bianco e nero che fanno sempre in estate, era con Totò e Peppino, quello
quando lui, Totò, detta una lettera a Peppino per una certa signorina che vorrebbe
ammuccarisi il nipote, che ormai gli mancava poco a prendersi la laurea. Certo
il televisore è nel salone e per sentirlo dal balcone bisogna metterlo un poco alto,
ma tanto lo fanno tutti, ed è tempo perso che la signorina dopo il telegiornale
ci dice di non fare i vastasi e di tenere basso il volume dell’apparecchio
tivvù, specie se ci sono le finestre aperte. Insomma eravamo arrivati proprio
al punto della dettatura, che Totò quando comincia io non la finisco più di
ridere, che certe volte mi scappa e per arrivare in tempo al gabinetto devo
farmi di corsa tutto il corridoio.
Debbo
spiegare che di fronte al balcone mio c’è un cornuto, cornuto perché la moglie
se l’è andata a prendere dalla Scandinavia, senza motivo dico io, e ha le gambe
lunghe quanto tutto lui, e hai voglia di metterci la balza nel balcone,
che quella porta sempre la minigonna e dalla strada tutti alzano gli occhi e le
guardano le cosce.
Insomma sul più bello questo
cornuto integrale fa partire, dopo una giornata che ce l’aveva risparmiata,
“Lauretta mia” che a me non è che poi dispiace tanto, ma non si può sentire
tutti i giorni perché lui è immalinconito per sua figlia che si è sposata una
settimana fa.
T'ho sognata vestita d'argento
eri un angelo sceso dal cielo
e domani vestita di velo
papà tuo ti porta a sposar
Gli dico, Gioacchino, per
favore puoi abbassare un pochettino, tanto le parole ormai le conosciamo tutti
alla Vucciria, ci basta la melodia, magari più bassa per
cortesia!
-
Ma che vuoi dire, che sto disturbando? E allora quando tutto il quartiere si
deve assuppare Marco Marfè dalla tua cucina?
E
mentre dice questo alza ancora il volume, cosicché tutto il mondo ascolta Lauretta mia, bimba adorata!
Non
ci vedo più, afferro la prima cosa che mi capita tra le mani, che è la mezza
birra, e gliela tiro dal balcone.
Quando
il destino è infame può capitare anche che tu possa diventare all’improvviso un
tiratore scelto: lo presi in fronte, proprio al centro, e la birra era più di
metà, per cui fece assai danno. Barcollò un po', si tenne alla ringhiera, ma la
testa insanguinata gli pesò più del dovuto e fece un volo, giù in strada, finendo
per atterrare sul suo carretto, quello con cui tutto il giorno gira, o meglio
girava, per il quartiere vendendo i cd pirata.
Giuseppe Pippo Visconti