Non si erano mai presi bene, loro due.
Non si erano mai capiti, mai stimati, mai amati.
Forse era stata colpa del parto, difficile per lui. Ma se la storia del tunnel e la luce, in fondo, potrebbe avere un senso, quel senso, ancora per lui, era stato tutto al contrario.
Sì, era riuscito a nascere, ma era nato asfittico. Con qualche piccola ferita su quel corpicino ancora raggrinzito. Era nato male.
Da lì la lotta, l’incomprensione.
Ogni giorno l’uno contro l’altra. E se l’uno aveva progetti e desideri, l’altra non lo assecondava. E se l’altra imponeva le sue alternative, quell’uno li ignorava intraprendendo percorsi tortuosi, scalando montagne, magari. Pronto a sfidarla più per rabbia che buoni fini. E allora, costole incrinate e testa bassa.
Erano andati avanti rimanendo al mondo come due coniugi rancorosi, sempre lì a farsi dispetti, ad accusarsi a vicenda fino a maledirsi.
Non si erano mai capiti, mai stimati, mai amati.
Avevano parteggiato sempre per fazioni e partiti avversi, opponendosi perfino alla voglia logica di conquistarsi per appartenersi.
Non si erano ascoltati.
Non avevano dato retta neppure all’istinto che più di una volta li aveva spinti a difendersi l’un l’altro.
Così era stato con la storia dell’incidente e del coma.
Al risveglio, entrambi avevano creduto di potersi perdonare e riprendersi. Cominciare ciò che non avevano mai iniziato. Invece non cambiò nulla. Erano bastati pochi mesi e tutto era tornato come prima.
Forse la colpa, in fondo, era stata di ciò e di chi gli era girato intorno, chissà.
Non si erano mai capiti, mai stimati, mai amati. Eppure se ne sarebbero andati insieme, in ogni caso, ma fino alla fine tra veleni e pugnali: un po’ come Giulietta e Romeo.
Adelaide J Pellitteri