In paese o in
campagna molti si alzavano di notte e riempivano i pilastri; al mattino trovavi
una casa dove prima c'era una spianata, così, senza concessione edilizia, che a
volte ci volevano soldi o compiacenza.
Non era una situazione grave, la
soluzione si trovava – arrivavano gli amici degli amici che ti facevano il
conteggio, curò, non c’è problema; bastava pagare una cifretta che era poco più
di una concessione e poco meno di una multa e la casa era salva (mai nulla fu
demolito, né case al mare e manco in
montagna).
Il ruolo di
assessore all'urbanistica era il più ambito. E pure quello dei lavori pubblici.
Il paese sapeva
e capiva come andavano le cose ma era così, filosoficamente parlando riteneva
che nulla si potesse fare e pertanto galleggiava sul suo mare di fogna. Tant'è
che quando qualcuno disse che tra le case del centro abitato ci sarebbe stato
un depuratore, che mai Maria una cosa di queste che i fetori risalirebbero come
da pentole a bollire, la gente non si lamentò: avrebbe aperto finestre e steso
lenzuoli ad asciugare sulle esalazioni di merda, le pinze le avrebbero messe
pure al naso.
Per una
settimana la Madonna decise di stare nel quadro, era nervosa, parlando con la
Maddalena diceva che avrebbe voluto un cumulo di letame da far piovere sul
paese che sembrava un canile pieno di cani attaccati. C’era una signora che di
questa storia del depuratore ne aveva fatto una malattia – erano suoi i terreni
espropriati -, mi tolgono l’aria, mi tolgono il respiro, io ho bisogno di aria
pura; quante maledizioni mandava a consiglieri, assessori, a tanti che aveva
conosciuto da bambini, a tanti che avevano deliberato a favore di quel progetto
o che per la delibera si erano resi assenti.
La Madonna
ascoltava e la consolava, non ti preoccupare che sul tuo terreno non
costruiranno, queste sono cose da pazzi, da sventati di testa, stai tranquilla.
Del depuratore
non si fece niente, a tanti che avrebbero voluto vasche di merda e tiraggi e
zanzare bastarono gli utili della progettazione.
La signora
invece morì di crepacuore prima che il progetto venisse archiviato.
Giorgio D'Amato