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venerdì 18 dicembre 2015

Cinico Natale: Rigatoni schifiati dai cani

Buttana della miseria ci mancava solo che finiu il caciocavallo, e ora la pasta come la conzo?
Con la salsa.
Ma quanno mai, salsa non ci nn’è.
Insomma, solo con il caciocavallo la volevi fare?
La pensata gliela diede Ciruzzo, a Carmela ci disse di andare a stricare i rigatoni sui piedi della zio Pietro, che li ha gonfi e non se li lava e li tiene all’aria, che il passeggio di mosche pare la marina per il festino.
Stricagli i cavatoni sui piedi e fai due cose buone, condisci a pasta e ci lavi i piedi allo zio Pietrino, che havi le croste precise a quelle del caciocavallo.
E Carmela così fece, che lo zio Pietro sospirava mente la pasta morbida veniva strofinata sulla pelle ruvida e squamosa di quei piedi arrossati che parevano insaccati – Carmela si girava mezza faccia per non sentire l’odore, lo zio Pietro intanto diceva mi sto ricreando tutto, matri che bello, ancora ancora, brava Carmela, un altro poco, e intanto si contorceva.
Carmela la pasta preferì mangiarsela squarata, Ciruzzo pure, tutti gli altri si complimentarono, che manco al ristorante di lusso della via Libertà la fanno una pasta ai formaggi così incrastagnata.

(Allo zio Pietro pure ci piacque, che era Natale e invitarono pure a lui.)

Giorgio D'Amato