- Che siamo sul
gommone,
…
- Dici che dobbiamo
seguire una stella?
…
- Ah, certo, tra
poco appare!
…
- Dobbiamo guardare
a Est! Con la coda lunga, lunga.
…
- Io c'ho la lingua
lunga, lunga, incuddata con
il palato!
Gaspare chiude il
telefonino e ci guarda.
- Dicono che non
possono venire, che c'hanno avuta 'na nascita improvvisa,
un'annunciazione con la tromba. Che i telefonini hanno le schede
scariche, “sti morti di fami”!
Erano tanto lordi e
fetenti che non si potevano sentire. Li hanno caricati con la gru.
Dice che il parto si è presentato precipitoso, la ragazza ha rotto
le acque sul pontile, ingrasciò pure la plancia del nostromo, 'u
nutricu non vuole nasciri. Così la barca ha fatto dietrofront per
portarli d'urgenza al Buccheri La Ferla. -
- Gaspare, qua tra n'anticchia affucamu. Io ti mangiassi 'u cori. Cornutu tu e tutti i
'to morti.Ora
ci tocca inseguire pure 'na stella. Che te lo dissi, a Bengasi non ti
potevi fare la grassa bonza al bazar, che quella te lo regalava con
tutto il navigatore! ? -
Melchiorre
lo acchiappa arraggiato, come se avesse mangiato peperoncino, che poi
gli tocca andare di corpo. - No, vero? Non ti piaceva, non era
all'altezza dei tuoi gioielli, né del tuo cammello!? -
Inferocito
gli molla due, tre svalanche sul collo e una raffica di cazzotti
sulla panza. E mentre si cafuddano pericolosamente, Baldassare si
sveglia scollandosi di dosso la bambina che lo ha tenuto caldo per la
notte. - Ue sciusciainbocca!!!
Finiamo in bocca ai pesci? -
Il
telefonino squilla, e Baldassare si illumina, è raggiante: - Dicono
che la ragazza ha sgravato, un maschio, bianco.
Viri chi figghiu di... scafista avi 'a essiri!
Un altro poveraccio che ingrasserà
la stirpe degli sfigati, portatori di croci! Sembra che all'ospedale
fecero la gara a prestarci vestitini, copertine e ciripan. Gli
regalarono la mucca per il latte e li alloggiarono nella stessa
stalla, che al Centro di Accoglienza non li vollero per il feto di latte
e di vacca al seguito. La mollava dappertutto, tonda e molla, come
una torta. Ora però ci vengono a prendere!-
Spara
un razzo che squarcia il cielo, è l'ultimo, se non li vedono adesso
finiranno i bocca ai pesci. Il razzo sale dritto, infuoca con la sua
coda lunga, lunga, pare
che agghiorna.
Poi si spegne lentamente lasciando mille scie di luce che colano sul
nero inchiostro del mare. Il suo respiro minaccioso si fa sentire
contro i bordi del gommone.
-
Gaspare, ma che ti portasti a fare stu cammello! Non è buono mancu
'pu latti. Masculu iè! -
Clotilde Alizzi