Google+

sabato 10 gennaio 2015

AAS Vintage: Cibo per gatti


L’animale domestico è carino e tenero e simpatico, si può dire quel che si vuole, ma rende complicato l’approccio già problematico dell’uomo alla sostenibilità ambientale. Di questi tempi pochi gatti casalinghi accetterebbero cibi plebei, i famosi piatti di recupero, costituiti da avanzi di altri piatti. Mai al mondo si accosterebbero a una ciotola che non sia di aspetto estetico più che soddisfacente e appetitoso, la mousse di manzo scaloppata, disposta a ventaglio su verdurine di stagione e decorata con un ciuffetto di prezzemolo riccio fresco. 


Si tratta di cibi studiati apposta da specialisti chef per animali, manicaretti preparati solo con tagli di prima scelta, con aromi e spezie orientali, cilindri succulenti di gelatina traslucida, dal profumo invitante.
I contenitori per tali prelibatezze gastronomiche non possono che essere oggetti di design, portagioie di banda stagnata supersottile, con apertura a strappo muscolare, con sovrastampe in foglia d’oro, scritte in rilievo a caldo e inchiostri fosforescenti. Ciascuna di queste lattine delle meraviglie assolve una funzione altamente attrattiva nei confronti del padrone del gatto o del cane e non viene minimamente presa in considerazione dal gatto o dal cane, che del design e del packaging e della sostenibilità ambientale non sanno che farsene. La prova evidente di questo menefreghismo è che la ciotola sarà ripulita con un paio di slinguate, al massimo un bau o un miao di soddisfazione, poi l’animale domestico girerà il culo e tornerà a farsi gli affari suoi fino al prossimo pranzo.

Raimondo Quagliana