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venerdì 9 gennaio 2015

Orrori natalizi: Il regalo per la maestra



Il Natale è il momento in cui tutto quello che siamo stati durante l’anno si ricongiunge verso di noi.

Che bella frase, chissà dove l’ho letta, devo ricordarmi di servirla con gli aperitivi e le tartine in queste serate che ci aspettano: sai che successone?
E siccome non c’è niente di più pratico di una buona teoria, se questa frase mi frulla in testa in questo momento  è perché sto scegliendo i regali di Natale e tutto, come al solito, dovrà essere perfetto.
Un regalo, in particolare: quello per la maestra di mio figlio Luca.
Cara, cara maestra, tu che raccogli i sorrisi, i pianti e il vomito dei nostri angioletti, tu che come un angelo vegli sui loro giochi in nostra assenza, tu che coltivi il vivaio del futuro, tu, dovrai avere quel che meriti.
Sono stata proprio gentile ad accettare di occuparmene per conto di tutte le mamme, noi mamme, si sa, abbiamo sempre una montagna di cose da fare, siamo sempre di corsa: così ho stabilito le quote, le ho recuperate, ho persino comprato qualche leccornia per i bambini.
Poi, pazientemente, ho atteso l’ultimo giorno prima delle vacanze, il giorno canzoncinapanettoneauguriebaci, Buon Natale e Felicità.
Ed ecco il momento, facce distrattamente incuriosite intorno a me, qualcuna si è anche accorta di non sapere “cosa avevamo comprato”, qualcuna ha cercato di carpire un’anteprima.
Ma perché rovinare la sorpresa?

La maestra non manca di deliziarci con l’ennesima poesia mimodeclamata dai pargoletti ormai inesorabilmente sbrigliati a causa della nostra presenza e dei nuovi giocattoli che la generosa insegnante  ha regalato loro. E poi, finalmente, a me la parola, il rumore adulto per un attimo si smorza mentre s’aggruma l’impazienza di concludere e andare ad accaparrarsi le ultime confezioni di salmone affumicato per la tavola della vigilia.
Ma io la prendo larga, parto dalla crisi economica mondiale, se non parlo di bolle speculative, derivati e prodotti finanziari tossici poco ci manca, me la voglio proprio assaporare: questo è un Natale diverso, è stato un anno particolare…
«…quindi, anche considerando la sua indole generosa, abbiamo deciso di farle un regalo diverso, un regalo solidale! Abbiamo devoluto la somma destinata al suo regalo a un Ente benefico. Siamo certe, cara maestra, che apprezzarà…»
Ecco fatto. Le porgo un biglietto con il nominativo dell’Ente.
Lo stupore per un istante allenta i muscoli delle facce che ho davanti, il respiro è rimasto a metà, ma è solo un attimo, gli sguardi immediatamente si rivolgono alla maestra, in fondo è lei l’unico giudice di questo gesto.
E lei mi abbraccia, e cos’altro potrebbe fare, dice «avete fatto bene, brave », dice  «sono contenta» , dice «che bella idea», la sospensione dilegua, le voci adulte tornano a mescolarsi con quelle dei bambini sempre più eccitati dall’aria di festa. Qualche mamma si avvicina, bella idea, ripetono, quanto sei buona, tagliamo il pandoro.
Ah, che soddisfazione! Così impara, la prossima volta, a dire che mio figlio “raggiunge livelli buoni ma non  eccellenti”. E non me ne frega niente se è solo al secondo anno di asilo. Intanto beccati questa, cara maestra: e consideralo un acconto.
Ma  mentre affondo il naso nello zucchero a velo, penso che un po’ mi dispiace di dovermi tenere tutto per me, che gusto c’è nel fare una genialata senza poterla raccontare? Perché è ovvio che mai, nemmeno sotto tortura, ammetterei con le altre mamme di averle manipolate per la mia piccola vendetta!
Tutto il contrario semmai: io ho fatto un’opera di bene!
Uh, aspetta però: non è che la maestra ci crede pure lei, alla faccenda della solidarietà?
Istintivamente alzo gli occhi, e non è un caso se oltre la fetta di pandoro c’è lei, e mi sta guardando.
No, no che non se l’è bevuta.
Sorrido.
Adesso sì che è Natale. Buon Natale.

Patrizia Sardisco