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mercoledì 19 marzo 2014

Cresta

"L'ho riconosciuta solo per la voce", sussurra una delle donne presenti alla sfilata improvvisata quel pomeriggio a casa di Emma all'altra che le sta accanto e che come lei aveva atteso in trepidazione, e ora, con lo sguardo allucinato, sbalordita e compiaciuta, assiste alla visione dell'amica che ha subito una vera metamorfosi.

Emma ha  organizzato un meeting, ha invitato alcune delle sue amiche, ma solo quelle in grado di capire; non tutte sono così sofisticate e in grado di apprezzare Claudia, la giovane estetista praticante del suo parrucchiere di fiducia. Estroversa , acconciata come si deve, mesciata e fardata come nessun altra in quel negozio, Claudia si era detta subito disponibile alla proposta di Emma di organizzare un pomeriggio speciale.

La giovane praticante avrebbe potuto trarne sicuramente profitto. Sarebbe comunque stato un lancio per lei, e un riconoscimento, seppure implicito,del buon lavoro di Piero, il maestro di bottega.
Lui, che per un po' aveva lavato e rasato a domicilio teste di uomini, per lo più anziani, con un atto di coraggio si era buttato anche sulle acconciature femminili ed era riuscito a trovare perfino uno stile tutto suo, molto "innovativo" e "giovanile", fino a quando non era arrivata la grande occasione del fallimento del noto parrucchiere. Da lui, neanche a parlarne, era riuscito a farsi assumere come praticante, sospettoso com'era, ma l'arredo, quello era riuscito a sfilarglielo; su quello non c'era proprio niente da dire; tutto di buona qualità, cose che solo gente di gran gusto poteva apprezzare; un divano color fumo di Londra, un paio di sgabelli, un tavolino e un porta giornali in vimini, due specchiere un po' macchiate e due lavabi ancora in buonissime condizioni, se non fosse per qualche macchia di colore qua e là e qualche sbrecciatina.
E Piero aveva  certamente buon gusto; indossava stretti pantaloni neri e una maglia in tinta, scollata fino al punto da lasciare intravedere le clavicole secche e sporgenti da anoressico. Flessuoso e ondulato come una molla pronta a scattare, saltellava fra le seggiole e il divano del suo negozio.. pardon, atelier! sempre pronto ad ascoltare tutti e tutto, soprattutto le richieste delle sue nuove clienti. Aveva sempre un'opinione e seppure non avesse mai accumulato molta esperienza, impartiva lezioni di stile perfino alle clienti e ai due apprendisti che, al al pari di lui, esibivano grande disinvoltura e estemporanee soluzioni estetiche.
Piero non risparmiava a nessuno la proposta di "cambiare look", almeno una volta nella vita, a chi si trovasse sotto le sue abili mani d'artista e le clienti del suo atelier erano inconfondibili; non correvano mai il rischio di essere scambiate per le clienti di quegli altri, squallidi negozi di parrucchieri, lavatoi al confronto con il suo.
Claudia non si era persa niente, neanche un tratto dello stile e dei modi di Piero. Lei e il suo compagno di bottega  lo seguivano fedelmente nelle sue vorticose e mirabolanti evoluzioni. 
Quel pomeriggio Claudia aveva messo in atto tutta l'arte di cui era capace; aveva truccato e agghindato la modella e, soprattutto, realizzato uno dei modelli più apprezzati delle clienti; il cavallo di battaglia di Piero. Lei gli aveva rubato l'arte, aveva sfidato il maestro (e perciò l'aveva fatto in incognita) e l'aveva superato sotto tutti i punti di vista.
L'applauso scoppio come uno scroscio d'acqua d'autunno, improvviso e unanime, non c'erano dubbi sul fatto che Piero, il maestro non avrebbe potuto fare di meglio.
La "modella", che quel pomeriggio sfilava fra due file di donne acconciate tutte con un taglio cortissimo, tutte uguali, ma ognuna di un colore diverso, era una donna sulla quarantina, in carne, con un lieve difetto nell'andatura che la gonna a campana sottolineava un po' di più, portava lunghi orecchini pendenti che strusciavano meravigliosamente, un volta uno una volta l'altro, sulle spalle; due grandi occhi marrone, accentuati dalla matita nera e dal fard azzurro sprizzavano come carboni spenti e, su tutto, spiccava il rosso dei capelli ispidi e dritti, incerati, corti, anzi cortissimi; un paio di centimetri. La particolarità e il completamento dell'opera era una cresta appena sopra la fronte, schizzata come una siepe di malcelata soddisfazione. Una sottolineatura dell'essere che gode al cospetto delle proprie possibilità, che entusiasmò la platea e diede a Claudia la palma della sua raggiunta perfezione.
La ragazza si emozionò visibilmente e con grande eleganza prese la mano della sua modella innalzandola come l'esempio vivente della sua professionalità, si prodigò in ringraziamenti, fra i quali, non volle che mancasse, quello al suo caro, incommensurabile, maestro.

  
Rosa La Camera