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giovedì 22 maggio 2014

Letteratura Low Cost: Cioccolata Amara


Quando Tita venne al mondo pelavano cipolle. Le lacrime furono tante che anche le acque che la contenevano si ingrossarono e proruppero imperiose sullo stesso tavolo della cucina ove erano intente a cucinare. Quando seccarono raccolsero tre sacchi di sale, sufficienti alla cucina per cinque mesi.
Il destino sembrava segnato. Tita avrebbe cucinato tutta la vita e pianto di fronte alle cipolle, ma soprattutto avrebbe accudito la madre, Donna Elena, fino alla morte come tradizione e compito dell'ultimogenita.

Ad Uracà si diffuse la notizia che un grande emporio di cibo con vendita diretta di tortillas, fumanti burritos ed empanadas - un take away con quanto di meglio si possa immaginare - aveva aperto sulla strada governativa. La gente si riversò al Take Away che aveva un nome alquanto fantasioso, Cioccolato Amaro, e consumava il tempo in pasti pronti squisiti e piccanti annaffiati da grandi bevute di Tequila e tazze di cioccolata amara. Nessuno cucinava nè lavorava più l'orto, nè si allevavano galline, maiali e pecore, tutto era pronto e ben servito. Rosaura, la sorella più grande di Tita fu assunta come cassiera e grazie alla dieta OGM guarì da meteorismo e flatulenza. Il suo alito profumava di rose, tanto intenso e profumato da essere sentito da lontano. Guidato dal profumo giunse un gringo, ordinò Tequila e fagioli al guacamole e si diresse dritto al bagno per una doccia impellente a calmare il bollore che sentiva salire dalle viscere. L'acqua al contatto evaporava in un fumo denso e profumato che saturò tutto il locale, spingendo i presenti a precipitarsi fuori all'aria aperta, tossendo e ansimando e nel vapore denso intravidero appena un cavallo spronato al galoppo con due figure avvinghiate.
Donna Elena conquistata dalla cucina del Take Away si trasferì all'ospizio annesso per i tornei di canasta frequentati da anziani e azzimati signori tutti rose e chiacchiere gratuite; Nasha la vecchia cuoca la seguì a ruota. Tita sposò Pedro e malgrado il lavoro da cubista ingrassò, mise al mondo tanti figli impaurita sempre che l'ultimo fosse l'ultimogenito.

Dolce come il cioccolato di Laura Esquivel (1991 Garzanti) tra cibo e ricette racconta l'uso, nel Messico di inizio Novecento - sullo sfondo della rivolta di Sancho Villa -, di come l'ultimogenita rinunciasse a tutto per assistere la madre fino alla morte.

Ingredienti:
Una cioccolata amara
Un Take Away
Un torneo di canasta
Un rapimento
Profumo di rose

(Clotilde Alizzi - Laura Esquivel)