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martedì 13 maggio 2014

Letteratura low cost: Scampagnata al faro


Sì, certo, se domani sarà bello – disse la signora Ramsey -, ma ti dovrai alzare al canto del gallo. Il figlioletto si sarebbe incazzato - è una vita che fate promesse e piuttosto mi portate a guardare lampioni, domani facciamo la gita al faro, poco importa ci dovesse essere tempesta (era sempre stato Lord Ramsey ad addurre motivi di impedimento: c'è troppo freddo, lasciamo perdere che pioviggina, il mare non mi sembra proprio una tavola, mi fa male il pancino, mi cola il naso).

Di mattina presto la signora Ramsey, il marito e tutti i figli erano sulla barchetta. Lei era felicissima, manco mi pare vero, diceva. Ma che bello mare, diceva. Ora che stiamo andando al faro potrei anche morire, però quasi quasi prima ci vorrei tornare un'altra volta, diceva.
Approdarono tra gli scogli senza difficoltà. Quando lei mise piede sull'isolotto fu presa da un mezzo collasso di gioia – bloody miseria, ma giusto è che questa scampagnata saltava sempre?
La signora Ramsey stese la tovaglia sull'erba, sedettero e mangiarono uova sode, pane con le cotolette, frittatine, polpette rimaste dalla sera prima; il signor Ramsey accese una brace e arrostirono scottadito di agnello che sua moglie non volle nemmeno assaggiare (le sarde rimasero tra gli incarti, i Ramsey erano così sazi che nessuno si sentiva di mangiarle).
Tornarono dal faro che già la luce era scemata; Lady Ramsey commossa: in un'altra vita sento che le mie ceneri sono state sparse tra le acque di questo stretto; in questa preferirei un loculo con un epitaffio grazioso tipo: Qualcuno mi volle scontenta, io me la sono goduta.
(Durante il viaggio il marito vomitò le uova e urlò al cielo che forse sarebbe stato meglio rimanere a casa.)


Ingredienti:
una signora inglese che non è mai andata al faro
un figlio rompipalle
un marito che gli secca
dodici uova sode
un faro funzionante


(Giorgio D'Amato - Virginia Woolf)