Google+

lunedì 14 luglio 2014

Morire ascoltando Cesare Cremonini



Le urla della madre di Tita si sentono fino alle coste occidentali africane; questa bambina pidocchiosa e insolente non vuole proprio saperne di studiare, nemmeno con la minaccia di elettroshock.

Tita decide di scappare di casa - le urla della madre appresso. La pestifera Tita sbatte in un cespuglio di rovi, i componenti di un circo itinerante la vedono e la raccolgono, che fortuna, il circo è sempre stato il suo sogno, magari la salveranno. Purtroppo la useranno come bersaglio per i lanciatori di coltelli nelle fiere.
La mamma la cerca ancora continuando ad urlare imprecazioni contro Tita, finalmente la trova in fiera, è così furibonda che prende la prima cosa che le capita a tiro per tirarla a Tita: delle granate! Peccato, eppure amava così tanto sua figlia. Che ironia! 
La canzone preferita da Tita era:
“Le tue parole fanno male, sono pungenti come spine,
sono taglienti come lame affilate e messe in bocca alle bambine,
possono far male, possono ferire,
le tue parole sono mine, le sento esplodere in cortile,
al posto delle margherite ora ci sono cariche esplosive.
Le tue labbra stanno male lo so, non hanno labbra da mangiare.
Le parole, sì, che fanno male, fanno sanguinare.
Due lunghe e romantiche vite, due lunghe e romantiche vite,
due lunghe e romantiche vite divise … dalle parole!”

(Le tue parole fanno male – Cesare Cremonini)


Laura Xerra