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martedì 8 luglio 2014

Morire ascoltando i Modà

La sveglia mi urla contro, ricordandomi che un nuovo giorno è iniziato, nella certezza che sarà ancora peggiore dei suoi predecessori. Mi alzo controvoglia ma rimanere a letto non aiuta: troppi ricordi. Proprio quei ricordi dai quali sto cercando di scappare. Decido di fare una doccia lampo ed uscire per andare a prendere il giornale, per svagarmi un poco. Non appena metto le cuffie, mi accorgo che la canzone in riproduzione è dei Modà. E' la nostra canzone.

Le mie orecchie captano le prime note e si innesta un meccanismo inarrestabile, mi trovo costretto a combattere contro me stesso per evitare di piangere in pubblico. Mi accorgo troppo tardi di essermi perso nei miei pensieri e di essermi fatto trascinare dalla tristezza. Mi accorgo troppo tardi di avere l'autobus della linea 17 che mi viene addosso. Sento la spalla arrivare quasi a toccarmi la gola. Le ossa si frantumano e mi accascio a ponte. Non sento più il braccio sinistro e credo di aver perso il piede. Non riesco più a parlare, sento un liquido caldo toccarmi l'area sotto il collo, poi nel petto, e infine nello stomaco. Da un occhio continuo a vederci perfettamente. L'altro è annebbiato. Rosso. Vedo tutto rosso.



Tenterò di disegnare come un pittore,
farò in modo di arrivare dritto al cuore
con la forza del colore.
Guarda senza parlare.
Azzurro come te, come il cielo e il mare
E giallo come luce del sole.
Rosso come le cose che mi fai provare. 

(Modà - Come un pittore)

Antonino Mineo