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martedì 21 ottobre 2014

Le alternanze del tempo

Aveva una camminata che sembrava una meditazione. Ad ogni passo il suo corpo sembrava levarsi nell’aria, restare sospeso qualche attimo e infine arrendersi alla forza di gravità.
«Signooooora ….. Signooooora ….» gracchiava la vecchia rom seduta spalle al muro, col suo vecchio cane drogato accanto, a supporto di pietà, e la mano tesa a porgere il suo barattolo di fagioli raccatta monete.
Ma la «Signora» non la guardava, non la vedeva. La sentiva? Non lo so! Tutte le mattine, stessa ora, stessa scena, stesso tutto, anche quella strana sensazione, come se tutto intorno si fermasse, cristallizzando quegli attimi come frammenti di una vita in un altroquando. Ogni volta c’era un istante in cui la certezza del momento ics era proprio lì. E ogni volta tutto si ripeteva uguale. 

Invano attesi, scrutai. Invano strappai giorni dal calendario aspettando che quella sequenza variasse. Finché un giorno, giunta al mio solito punto di osservazione, mi accorsi che la vecchia rom era sparita insieme al suo cane drogato. Mentre mi guardavo intorno la vidi. Avanzava allo stesso solito modo, librando con lievità il corpo in aria, sostando un attimo in quella sospensione levitante, ridiscendendo verso il suolo i pochi centimetri che sembravano spanne. Ma ad un tratto, mentre il piede leggero stava per toccare la terra, l’aria ebbe un fremito.
Anch’io tremai vedendo il suo braccio destro  compiere una rotazione verso l’esterno del suo corpo e le dita della sua mano allungarsi rilasciando una monetina proprio lì, dove per tanto tempo la vecchia rom aveva gracchiato «Signoooora …»

Silvana Di Girolamo