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giovedì 9 ottobre 2014

Pioggia di marzo

È inesprimibile il concetto secondo il quale due anime sopraffine si possano unire in questo modo. Riesco vagamente a concretizzare l’idea di averti trovata tra questa folla di gente. E’ per me una ragione di vita condividere le mie emozioni con qualcuno che realmente le apprezzi, quindi ti chiedo di essermi sempre fedele. Vorrei fare di me il tuo eroe, ma non è di certo un’impresa facile per militanti come noi. Abbi fede nella libertà, al tuo sogno più intimo e alle stelle che sopra di te esplodono. Tutti questi mesi (lunghi mesi) a patire una solitudine intellettuale fuori dal comune, a vagare nella città in cerca di sguardi momentanei e pericolanti come i palazzi che quieti mi circondano. 


Vorrei augurarti una pace eterna, ma queste aspettative sono pioggia di marzo. Le illusioni che ci circondano sono infinite come l’universo intero, le speranze vane come una porta di acciaio, le nostre mani così piccole da poter osservare il mondo attraverso esse. I nostri padri ci avevano avvisato, tuttavia ci hanno creato e per questo potremmo serenamente pensare di ucciderli. Sette decenni e saremo poesia. Desidero esprimere tutto ciò che mi tormenta in questo manifesto dell’affettività: il bagliore che i tuoi occhi emanano, la passione che pervade il tuo animo, le tenebre che scacci senza paura, sono fondamento di verità e forza d’animo insuperabili. Oppure le tue gote che rispondono al sorriso di un mendicante quale sono io. Da ogni dove si sentono echeggiare i nostri nomi, come divinità. La nostra sete di libertà non ci abbandonerà mai. Fai dell’amore il tuo unico credo e del soggetto il tuo unico dogma. Scrivi sopra pietre e bacia fiumi interminabili.


Affettuosamente tuo.

Emanuele Scaduto