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mercoledì 3 dicembre 2014

Non lo deve sapere

Le case lo sentono che stai per lasciarle - così diceva mia mamma.
Mica gliel'ho detto io, l'avrà capito dai tanti spostamenti, dalle valigie, ruote su e giù per il ponte e un occhio sull'Arno. Troppo lontano. C'è qualcosa che manca, orizzonti isolati, nessuna voce che irrompe, regna un silenzio di case ovattate, di cose in bambagia, nuvole cuscini in volo. I vicini litigano in indiano; chi la capisce la loro lingua non riesco a immedesimarmi, a trarre beneficio dalle loro parole. Qua tutto è piccolo, poco, poco spazio, poco tempo, sale pietra, latte ghiaccio, piccola la caffettiera e piccola la tazza da cui bevo il mio caffè - anche se potessi fare appoggiare le tue labbra non sentiresti i miei pensieri, piccoli anche quelli? È che non ci stanno tutti dentro e allora li divido: i pensieri di qua e quelli di là, quelli di laggiù quando tornerò a casa; li troverò già pronti ad aspettarmi in cocktail di benvenuto.
- Non funziona perchè pensi troppo! così hai detto. Sola anche qui. Qui dove conosco giusto due o tre persone, nessuno mi guarda negli occhi, tutti guardano i loro piedi e rigano dritto.
Piove piove ancora ancora, ieri oggi e anche domani ne sono certa.
L'ombrello mi protegge dall'acqua e i volantini si muovono col vento.
La fontana funziona, premo il pulsante e bevo, esce acqua fresca potabile, bottiglia di plastica, non sono abituata e me ne rallegro. Cammino per strada e un wi-fi gratuito mi segue, anche a questo non sono abituata. Nessuno mi chiama - Ciao Nina ma tu sei quella delle torte...nessuno. Nessuno mi dice Buttanissima, sei tu! Ti ho vista alla stazione, i miei complimenti. ( per chi non lo sapesse si riferiscono solo a una delle mie letture). Non funziona perchè non stai mai tranquilla, hai continuato a dire. Vado via... come il pane, una della mie risposte - altro che patata transgenica, una delle mie risate.
Conosco le strade ormai esco da sola, non mi perdo più. Continuo a camminare, dov'è il mare? Il mio mare. Il cielo azzurro qua blugrigionero.
Dov'è la musica? Il mio vicino improvvisa ogni sera un pre dinner alla tastiera. Il book festival ha chiuso i battenti, là sono stata bene tra libri e scrittori e oggi che farò? Ho tanto tempo - Mamma ci vedremo stasera mi ha detto, oggi tutto il giorno all'Università. Chimica fisica termodinamica statistiche del cazzo? I conti non tornano. La casa non lo deve sapere...
Continuo a girare, camminare mi fa sentire bene, nessuna voce. E poi non voglio parlare, appena apro la bocca si sente subito che sono in trasferta, ma anche questo è solo un pensiero mio; qua non gliene frega una mazza a nessuno chiseidadovevienichefaidovevaiperchèlofai.
A casa mia invece tutto il paese se lo starà chiedendo che fine ho fatto.
Forse qualcuno sente un poco la mia mancanza, l'assenza delle mie dolcezze. Anche qui a Pisa comunico col sud: Qualcuno mi scrive che ha trovato giusto quei 5 minuti per me, quelli che fanno la differenza, la stessa misura temporale che si impiega a buttar via la spazzatura o a fare uscire il cane. Conterò i secondi e ne avrò conferma, ma io non ho un cane, proverò con la spazzatura, si può fare - a tutto c'è rimedio tranne che alla morte che tra l'altro è orba...non mi scrollo di dosso proverbi e detti che mi ritornano in mente mentre non mi ricordo nè una ninnananna nè una favola.
Torno a casa, a Pisa, da quello che resta di lei. Una porta sola, un cestino con due limoni, una manciata di pistacchi con buccia e tre frutti di martorana regalo del mio babbo - qua lo chiamerebbero così. Ormai abbiamo portato via quasi tutto nell'altro appartamento - il mio cucciolo ventenne cambia casa. Così mi ha chiesto e così mi sono data da fare. Trasloghiamo. La casa nuova è un'altra cosa, tutta rossa e grande, là le cose nuove a dimensione umana. Ssssss la casa vecchia non lo deve sapere...sss silenzio. Ve lo racconto mentre sono fuori. Non funziona niente. La bombola ci ha lasciati e cucino su una piccola piastra elettrica, anche se devo ammettere che riesco a preparare pranzi completi. Cucino con niente. Non conviene acquistare una bombola sono gli ultimi giorni, il frigorifero vuoto, la spesa si fa ma si porta per questioni logistiche a casa nuova. E piove piove ancora...Sono uscite allo scoperto le mie cervicali, cani appesi altezza nuca, ho fatto shampoo con acqua fredda, turgidi i miei capezzoli, tanto freddo. Nessuna linea per navigare: sono offline. No email no whatsApp no face no google. No te. Tutto si trasforma. Il principe in rospo. Noi in tu.
E piove piove ancora, a tratti grandine. Sento lo scrosciare ritmato sbattere sul lucernaio che ci sta sul tetto della stanza; tra le travi in legno una finestra sul mondo. La luce arriva da lì, la pioggia pulisce il vetro, no luce dalla lampadina, no tv, no caldaia impianto termo dinamico morto. È saltato l'impianto elettrico, e il contatore sta nell'appartamento a fianco che è chiuso. Telefono al proprietario. Due zanzare...

Nina Tarantino