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lunedì 26 gennaio 2015

AAS LAB: Giocare

foto di Clara Farisei
E che ne sapevo io che sarebbe stato così: non c' erano le modalità d'uso, da leggere, quando ho dato la prima occhiata consapevole al mondo. Era lì, in quel preciso momento, che dovevano darmele. O, almeno, dirmi dove le tenevano nascoste. Che so, darmi qualche indizio chiarificatore, invece che questa caccia al tesoro con piccoli insignificanti segni, ma importantissimi, che se ne perdi uno solo (può sempre andarti un bruscolino in un occhio, e ti distrai) sei passato avanti e giri per tutt'altra strada. 


Potresti accorgerti di aver mancato un bivio ( o IL bivio) magari dopo anni ! Insomma, il libretto con le istruzioni per l 'uso mancava e allora le regole cercò di spiegarmele mia Madre (con la maiuscola, perché lei ci tiene al rispetto per il suo ruolo di madre), che aveva il senso del dovere, fortissimo, e lo considerava un imperativo categorico, per una Madre. A sua volta lei, però, le aveva ricevute per tradizione orale, senza averle mai lette personalmente.  E si sa che la tradizione orale (meglio che niente) è piena di abbellimenti o omissioni. L'originale sarà stato, diciamo, carattere helvetica, corpo 12, con molte illustrazioni tecniche e figure, per capire il giusto aggancio per ogni pezzo del puzzle (a sua volta identificato da un codice alfanumerico): un libretto di almeno 200 pagine, in tutte le lingue. 
La prima fortunata che lo ebbe in mano lo lesse con attenzione? Capì forse tutti gli incastri? O forse no? Si sa che le femmine non sono (o almeno non erano, prima della famosa rivoluzione tecnologica) abituate a districarsi in questi rompicapi tecnici. Si sa che le femmine usano più l'intuito, sono più viscerali, enfatizzano i particolari ed assimilano le differenze. E allora FORSE questa primogenita, che ebbe le istruzioni fisicamente per le mani, non si limitò a leggerle e renderle in pratica, ma le rielaborò mettendoci del proprio. Diciamo che ne fece una libera interpretazione. Mise un fiorellino, l'uguaglianza, una nuvola grigia e rosa, un po' d'ironia, una bella poesia, un sorriso, la non violenza, un dubbio, una soluzione fantasiosa, l'empatia, un ghirigoro, un cambio di colore: questo lilla ci sta meglio di quel giallo fluo. Un maschio, conoscendo il " codice colore", che usa il giallo fluo per identificare un pezzo importante cardine per un attacco cruciale, non lo avrebbe mai fatto!
Quello che arrivò a mia madre, credo sia stato il racconto rielaborato ed abbellito da almeno un milione di passaggi, attraverso eroiche donne. Tutte fantastiche, umili o d'élite. Tutte coraggiose: piene di paure, ma capaci di superarle. Tutte belle, nei loro vestitini dimessi o nelle toilette più elaborate. Tacchi a spillo o scarpe da ginnastica, passando per  ballerine, tronchetti, décolleté, scarpine allacciate, sandali, anfibi, zoccoletti. Spiriti liberi che diedero una libera interpretazione, e via via trasformarono, delle squallide tecniche istruzioni per l'uso in un complicato ma bellissimo manuale a trasmissione orale dal titolo: Azzardo (quello originale era semplice, quasi scarno, elementare, giusto Vivere).

Monica Sapio