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giovedì 19 febbraio 2015

L'importanza dei cardini per Virginia Woolf

Bisogna oleare i cardini, cigolano! – o forse avevano detto strepitano? e poi, chi era stato a dirlo? Leo ieri mattina a colazione, sì, mentre si ostinava a rompere delle noci con le mani (lei distratta – Lady Ramsey mi distrugge, vorrei un’ombra che tarli il suo sguardo mentre i suoi occhi si perdono nel mare) o, forse, era stata Vanessa a lamentare che quelle cerniere così asciutte avrebbero fatto fallire persino il piano di un ladro astuto: ruberebbe mai le bozze del tuo romanzo? Chissà che una firma maschile non possa finalmente mettere d’accordo tutti! 
Tanto sciocca Nessa – no, si diverte alle mie spalle -, eppure tanto cara se non che potrebbe avere ragione ma la sfida è questa, e poi (lo sottoscriverei mille e più di mille volte ancora) un uomo finisce per tessere grandi orditi, enormi solo a distanza – tele indiane in cui un filo grezzo interrompe la corsa dell’occhio.
Leo, che orrore! Come mai la porta del mio studiolo è muta?
Signora Woolf, il signor Leonard non c'è, stamattina Charlie ha ingrassato le giunture, è stato il signor Leonard a incaricarlo, che a volte ci vuole, ha detto il signor Leonard – dice Lottie alle prese con la biancheria da riporre.
Che poi Lottie è scesa giù in cucina – Nelly a sventrare una tacchinella che la signora vuole per pranzo -: hai sentito la signora urlare? Non voleva che le si ingrassassero i cardini! Era furibonda, ha detto persino che il cigolio per lei è canto di uccelli, ha nominato chissà quale maledetto pennuto paradisiaco che vive tra i boschi, io a far finta di niente, lei allora mi ha detto Lottie, sei una imbecille, sparisci dalla mia vista. Poi si è seduta, ha maledetto suo marito dieci volte e quindi ha preso un foglio bianco e si è messa a scrivere. Ora pare calma, provvidenza di dio.


Accompagnato dal cigolio dei cardini e dallo stridore dei chiavistelli, dai tonfi e dagli sbatacchiamenti di panelli di legno rigonfi di umidità, pareva si stesse svolgendo un parto rugginoso….. (Gita al faro)


Giorgio D'Amato