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martedì 19 maggio 2015

La pasta fresca

Lidia in cucina fa faville. Lei non attende giornate di festa od eventi speciali; ogni momento è quello buono per tirare fuori la pasta frolla e imbastire torte salate che sono la sua specialità.
Ieri sera, era l’ora giusta, e in un batter d’occhio la tavola e tutti quelli che ci stavano attorno hanno  celebrato il trionfo della torta con spinaci e ricotta. Quel sabato sera, che si annunciava sconsolato, ha ripreso il suo solito colore di gioventù e di musica - i ragazzi apparentemente distratti dai loro cellulari, annusavano l’aria e attorno a quella torta sono arrivati bicchieri di vetro colorato colmi di aranciata e, tocco da maestro, le immancabili patate fritte. I ragazzi si sono trattenuti a casa più del previsto.
La casa senza di loro perde. Lidia è da pochi minuti sul divano con il suo libro, ma non riesce a recuperare il filo del racconto; la pagina viene continuamente invasa dai suoi pensieri sull’indomani – giornata bella ed assolata; è stata una settimana faticosa. Volge lo sguardo verso il marito che sembra assorto dallo schermo della tv, ma a tratti ha l’impressione che dorma; è già tardi, in effetti,  ma non ci pensa molto. Decide di approfittare di questa apparente assenza  per mettere in atto il suo piano. Tira fuori il ripiano di legno che tiene in un angolo fra il frigo e la credenza; la farina, un bicchiere d’acqua; apre il frigo e recupera un paio di uova…
Versa la farina sul ripiano, ne fa una montagnetta, poi vi scava dentro – lui dorme, ne è sicura; non corre pericoli, ma per precauzione cerca di abbassare il volume della tv, utilizza il dito indice, lascia un alone bianco sul bordo nero dell’apparecchio…  si gira ad osservare il marito e sorride. Anche quello… ci mancherebbe. La pasta è morbida, dopo aver assorbito  l’acqua, le uova e qualche goccia d’olio d’oliva. In tv è appena iniziato un film, le sfugge il titolo ma cerca d’indovinare  sin dalle prime scene. Ci sono due uomini in un ufficio; sembra la sede di un giornale, parlano di una donna – e di che altro potrebbero parlare due uomini? Lavoro, a volte; ma non in quel film. La scena cambia ed arriva lei, certo; magnifica!! Katharine Hepburn, bella donna, magnifica attrice..la pasta è quasi pronta. Non le resta che arrotolarla e poi tagliarla a strisce – l’ha fatto tante volte. Il film, se lo ricorda l’ha già visto, non una volta sola, ma non si ricorda come finisce, potrebbe chiedere al marito – lui ha una mente lucidissima, e come lei ama il cinema. Potrebbe, ma sa già che andrebbe a finire male. Quella sua mania della pasta fresca! Che bisogna farla sul momento, addirittura mentre l’acqua bolle -  altrimenti , perché chiamarla FRESCA -  la riempie di rabbia e di sconcerto – ma come può essere che ci si debba impuntare su cose così. Le sue teorie del c… Lidia ha appena completato il lavoro e apre il cassetto della credenza per prendere un telo con cui ricoprire la pasta che ha sistemato in bell’ordine sul tavolo della cucina. Si sente due occhi addosso. Il marito è appena rinvenuto,  e comincia ad imprecare sulla sua testardaggine. Urla. Lei rimane a fissarlo per pochi minuti, prova a dire qualcosa..domani…usciamo. Ma la sua attenzione si sposta sul tavolo dal quale vola su, come un razzo, il telo leggero che lei aveva adagiato sulla pasta…anch’essa, la pasta, fili e fili sottili cominciano ad ondeggiare nell’aria, riccioli di pasta e nuvole di farina si sollevano fin quasi a toccare il soffitto, volteggiano e alla fine ricadono scoppiettando come petardi sul tavolo e sul pavimento e sui corpi di Lidia e di suo marito che stecchito sul divano fissa il soffitto prima, la moglie dopo, privo di voce, bianco e rigido. Lidia in piedi ancora vicino al tavolo pensa -  potrebbe metterlo in forno o su una padella a friggere così infarinato; ora chicchi di grano  picchettano sul pavimento, come la pioggia sui vetri e la nuvola di farina di riassorbe d’incanto, infine, risucchiati da un vortice che sparisce dalla porta a vetri, scompaiono lasciando nell’aria un fresco odore di terra appena zappata,  un uomo seduto sulla sua poltrona con gli occhi sbarrati e una donna che lo fissa piena di ironico compatimento.

Rosa La Camera