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mercoledì 22 luglio 2015

La tragedia greca secondo AAS

La tragedia è la più grande espressione in versi dell'Atene del 5° secolo A.C.
Ci sono pervenute poche tragedie integre, e solo attraverso i kleenex usati per asciugare le lacrime degli spettatori che, immedesimandosi nelle sofferenze dei protagonisti, purificano l'animo dalle loro passioni.

Musa ispiratrice del genere in questione è la Madonna Syracusarum, altresì nota come "delle lacrime".
Molti dei testi pervenutici, furono composti da Merulipide; tra questi la famosa "Lacrime spartane", ricca dell'alpha dorico, proprio perché nata in ambiente laconico. 
Preferiamo ricordare la meno nota "Edipo a Posillipo", frutto di anni e anni di studio incessante, che minarono la vista e il fisico dell'autore, costringendolo a reggersi su un bastone, come il protagonista della suddetta tragedia in vecchiaia. 
Edipo, dopo aver risolto il cruci della pagina centrale della "Settimana Enigmistica" - il Bartezzaghi -, riesce ad ottenere, per acclamazione di popolo, il trono di San Gennaro, e sposa così Giocasta di Scampia la quale, opportunamente fecondata secondo la procedura dello "sfilatin' dint'au furn'", dà alla luce quattro bellissimi pargoli: Cirocle, Gennarice, Nunzigone, Assuntimene. 
La famiglia cresce felice sino a quando Cirocle e Gennarice si scannano vicendevolmente per la più bella guappa di Posillipo, Filomena "l'usignolo".
Nunzigone e Assuntimene decidono di seppellire i fratelli erigendo in loro perenne ricordo una lapide con la scritta seguente: "A Cirocle e Gennarice, perchè i frat' sò piezz' e core".
Per l'occasione, Giocasta ed Edipo fecero smorfiare i fatti e vinsero una bella somma al Lotto che destinarono per la dote di Nunzigone e Assentimene, e per una crociera nel Mediterraneo organizzata dalla Ulysse lines. Le fanciulle delusero i genitori, in quanto preferirono la fuitina, così Edipo e Giocasta, rimasti soli, cominciarono a vagabondare recandosi dalla natia Posillipo a Sorrento dove aprirono un chiringuito. 
Non sappiamo come si conclude la tragedia poichè i kleenex ritrovati, recano tracce di uso, ma preferiamo immaginarla, giacchè, come si sa, mega biblion, mega kakon (grosso libro, grosso danno)!

Isabella Raccuglia