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mercoledì 8 luglio 2015

Trame piatte

Ci sono vite destinate a restare nel buio di un cassetto chiuso, come romanzi incompleti o dalle trame piatte, come la vita di Piera che in cucina i romanzi li legge a due a due, appena il tempo di mettere ordine in casa che già siede davanti un minestrone che bolle. 
È lì quando spunta Franco, il fratello svitato di suo marito. Lui le chiede cosa stia leggendo, lei mostra la copertina, una storia così, dice, pare bella, l’ho trovata stamattina tra vecchi libri che mi hanno dato.

Franco conosce quel romanzo, cita l’immagine che gli era rimasta in mente, qualcosa su rami scheletrici che chiedono l’elemosina al sole. Piera ha appena cominciato, a questa cosa non c’è arrivata, allora sfoglia un paio di pagine, velocemente muove gli occhi tra le righe, è nella parte iniziale dice lui. Lei guarda, è un po’ frastornata, questa situazione nuova, non ha mai parlato di libri con nessuno, li legge e basta, però sa che i libri sono pericolosi e mentre sfoglia e cerca si sente addosso una patina di età in meno, si sente persino bella nonostante i capelli scomposti e l’abbigliamento sdrucito - nessuna intenzione, nessun fuoco vero eppure le sembra di avere già vissuto questo momento, una presenza inquietante che le morde qualcosa dentro, le mani che si muovono goffamente, la soggezione di sentirsi osservata, l’imbarazzo della vicinanza di una persona di cui percepisci il respiro. 

E Piera si sente tra le braccia di quel cognato che a modo suo è interessante, la sua bocca soffiargli in un orecchio e morderle il collo, l’ebbrezza di abbattere ogni resistenza e abbandonarsi. Però quel brano così importante non lo trova, chissà dov’è, quali sono le parole.. finisce tutto lì, come quei romanzi incompleti o dalle trame piatte, come le vite destinate a restare nel buio di un cassetto.

Forse gli amori scritti sono più grandi di quelli veri, durano, non si corrompono. Gli altri no, finiscono tutti.

Giorgio D'Amato