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venerdì 16 ottobre 2015

Il Realismo Magico secondo AAS

I passeri cadevano dai rami come fichi maturi
                                   
L’acqua non bagna, il vento non alza in aria gli stracci. Tutto è possibile nel realismo magico, la fisica  ha adottato ben altre leggi. La fisica del realismo magico è la fisica di Venere. Assolutamente orizzontale.
Si parte da un approccio casuale e per leggi gravitazionali, si diviene orizzontali. 
Fioriscono corna, tradimenti prolungati o occasionali, vite parallele – molte mogli, molti mariti – ricerche di alchimie impossibili – anche nei metalli poco preziosi.
Le posizioni assunte, non sempre orizzontali, prevedono: acrobazie in groppa a cavalli, nei cessi dei retrobottega, pollai, fienili.

I frutti del proibito amore, talvolta mostruosi – affetti da tare ereditarie, code di ramarro, deformità della mente - diventano generali di armata, crudeli e sanguinari. L’abbandono in tenera età li ha resi cattivi. Servono moltissimo quando il romanzo langue, intervenendo con atrocità ad effetto: sangue a fiumi, nasi e occhi pesti – lo splatter tira sempre, si sa – sparizioni: il thriller inchioda.
Nel realismo magico si passa così da momenti apocalittici a sereno e placido scorrere del fiume su cui galleggiano tronchi sottratti alla foresta pluviale. Gli uomini lavorano nelle varie Compagnie del Caffè o della Canna da Zucchero, portano il panama e vestono completi di lino profumati di spigo. Le donne hanno molti amanti/mariti, figli, hanno grandi capacità perché il loro sesso è grande.
Vengono infatti utilizzati in tornei simili a quelli praticati sui campi da golf, al posto della pallina si usa la ciappa e come buca il sesso delle donne.
Vince chi la manda più vicino, i più capaci la mandano direttamente in buca.
Anche l’alimentazione nel realismo magico ha effetti speciali: se mangiano rose sudano profumato, lacrime nostalgiche purgano più dell’olio di ricino, la flatulenza spopola più del colera e se hanno bisogno di intimità galleggiano su natanti da un attracco all’altro dei fiumi, issando la bandiera del colera per tutta la vita.
Possiamo dire che sono esotici, del resto l’America del Sud fa parte di un altro Continente e di un altro Emisfero, eppure, senza andare troppo lontano, all’amica di mia nonna che leggeva il futuro e levava il malocchio fiutando le ascelle delle camicie per cadere in trance, capitò di vedere Clara della Casa degli Spiriti nei capelli di mia nonna, e intanto urlava Ferula, Ferula!!
Ma che ci faceva Clara nei capelli di mia nonna? Ma soprattutto che ci faceva Ferula?
Poi, guardando dentro il baullo di mio nonno chiuso in soffitta, si capì tutto: gli spiriti clandestini di ambedue erano espatriati nascosti nel baullo. 
Nacque così il  nuovo romanzo del Realismo Magico di ambientazione siculo-normanna-colombiana, che ne racconta le peripezie: Il baullo degli Spiriti.


Clotilde Alizzi