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martedì 19 gennaio 2016

Il passato, le verdure, il caravan

Oggi a Vale of Health nevica, guarda.
Abito in questo posto, gli alberi sono bassi.
Sì, vicino Londra.
Con Jack, qui in un caravan. E stamattina è tutto bianco.
Mi sono svegliata con la voglia di scrivere. Quando tutto è bianco vorresti lasciare un segno. C'è chi scrive sulla neve con un bastone. Tanti lasciano il loro nome.
Con Jack c'è venuta voglia di un passato di verdure, adesso vado al mercato, se ne trovano di buone la domenica mattina.
La città non si vede nemmeno, e le prime case sono oltre gli alberi, lungo il viale.
Un parco, no, aperta campagna.
Il passato ci scalderà, poi conto di scrivere - mi piaceva lasciare le mie impressioni su dei taccuini, sui quaderni, ai margini degli appunti di letteratura.
Il caravan è una cuccia, ti senti come un cane, ma un cane protetto, i posti sono assegnati, qui si dorme, qui si cucina, qui si può leggere. E dalla finestra il manto sulla pianura, sugli alberi bassi.
Adesso studio scienze ambientali, chi l'avrebbe detto.
Potrei comprare anche delle patate, si trovano a buon prezzo, addenserebbero il passato, le patate.
Quando cucinerò le finestre si offuscheranno, anche sul vapore che si addensa sul vetro tanti scrivono il loro nome, oppure lasciano un saluto.
E mangeremo le verdure che per un po' ci scalderanno. Poi torneremo a sentire freddo ma ci sono le coperte, in un caravan si sta bene. 
E se ne avanzeranno le mangeremo stasera, nel mug, con il cucchiaio.
Qui si fa così. Usare il piatto non è scontato.
Niente pasta dentro il passato, solo dei crostini.
Scriverò di questo.
(Simona)


Giorgio D'Amato