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mercoledì 15 giugno 2016

La Parrinara - Il gattopardo raccontato dalle cameriere

La chiamavano Rosa a “parrinara”, ma queste cose la Principessa Carolina non le poteva sapere; lei si fidava che quella  stava sempre in chiesa e in sacrestia.
Parrina la chiamavano; come poteva immaginarsi quella poveretta della Principessa che la imbrogliava? - che quella ci aveva campato la famiglia e pure di lusso con i suoi soldi. Lei le reliquie le prendeva dal macellaio, che pure il ginocchio di un coniglio spolpato gli spacciò per reliqua di San Cosimo, Carolina lo fece incorniciare e la Principessa Concetta, pagava! Carolina e Caterina si svegliavano la mattina turbate, dicevano che non avevano chiuso occhio e chiamavano Rosa (che chissà che sogni facevano, io penso che il letto freddo ci metteva sti pensieri di morti e di ossa di cataveri; che la notte allo scuro, ti vengono i pensieri mali, quelli che ti fanno fare la croce sotto le lenzuola, e non vedi l’ora che spunti il sole che almeno ti mette un po’ di coraggio).  Io ci avevo provato ad avvisarla ma lei niente sentiva, aveva gli occhi chiusi, che si fidava, quella stupida di voscienza. Aveva scovato quella parrinara proprio in chiesa, che lo sapevano tutti che si diceva amica di preti e monache di mezza Palermo. Portava le ossa avvolte nella carta palina e si raccomandava che non le toccassero con le mani quelle scomunicate delle cameriere, a noi! Scomunicate, quella vecchia zoccola ci chiamava; e meno male che è morta; perché quella sanguisuga niente ci avrebbe lasciato a quelle poverette. Ma io l’avevo capito che era un imbroglio, neanche voleva dire dove l’aveva presa la reliqua, quando glielo chiedevo, e se la vendeva a peso d’oro, che si poteva fare pure il corredo  nuovo, la Principessa; che ora si veste di stracci vecchi e si crede sempre che è una regina! ma lo vedono tutti che la casa va in pezzi e chi può arraffa di qua e di là, che sembra una truvatura! Truvatura la chiamano ma è ladrocinio! Che loro ormai povere sono, e disgraziate che neanche un  barbiere se le mariterebbe; non ci resta che dire rosario dalla mattina alla sera a tutt’e tre; le cose se le sono accaparrate tutti con pochi denari e quella , la parrinara s’è fatta le cianche con la Principessa fissata delle relique che voleva la cappella che tiene in casa, santa più della chiesa di San Domenico: ma mi faccia il piacere, mi faccia.


Rosa La Camera