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lunedì 23 maggio 2016

Fatale monstrum

Spilla il Cecubo, Ottaviano, per celebrare la mia fine, come Alceo con Mirsilo. Ad Azio mi hai incalzato con le navi di Roma come un cacciatore che punta le tenere colombe, me, regina d’Egitto, ai cui piedi si sono inchinati Cesare e Antonio. Mi hai accusato in senato di mirare a divenire la regina di Roma, ebbra per la dolce fortuna di aspirare a salire sul Campidoglio con la vestale. Mi hai definita regina di eunuchi, “fatale monstrum”, da abbattere assieme alla reggia e al mio millenario regno. Ma io sarò eternata nei versi dei poeti, che celebreranno il mio coraggio, la mia fierezza, il mio disprezzo per il futuro padrone di Roma, al quale negherò il privilegio di trascinarmi in superbo trionfo, come una donna qualsiasi. Io sono destinata a ricevere onori regali nella mia terra, ultima discendente di Tolomeo, superba fino alla fine nel maneggiare il serpente, per accoglierne in seno il nero veleno.

Isabella Raccuglia