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venerdì 23 dicembre 2016

Gaspare e il cammello


- Ti volevo dire che qua stiamo affogando tutti.
- Che siamo sul gommone,
- Dici che dobbiamo seguire una stella?
- Ah, certo, tra poco appare!
- Dobbiamo guardare a Est! Con la coda lunga, lunga.
- Io c'ho la lingua lunga, lunga, incuddata con il palato!

Gaspare chiude il telefonino e ci guarda.
- Dicono che non possono venire, che c'hanno avuta 'na nascita improvvisa, un'annunciazione con la tromba. Che i telefonini hanno le schede scariche, “sti morti di fami”!


Erano tanto lordi e fetenti che non si potevano sentire. Li hanno caricati con la gru. Dice che il parto si è presentato precipitoso, la ragazza ha rotto le acque sul pontile, ingrasciò pure la plancia del nostromo, 'u nutricu non vuole nasciri. Così la barca ha fatto dietrofront per portarli d'urgenza al Buccheri La Ferla. -
- Gaspare, qua tra n'anticchia affucamu. Io ti mangiassi 'u cori. Cornutu tu e tutti i 'to morti.Ora ci tocca inseguire pure 'na stella. Che te lo dissi, a Bengasi non ti potevi fare la grassa bonza al bazar, che quella te lo regalava con tutto il navigatore! ? -
Melchiorre lo acchiappa arraggiato, come se avesse mangiato peperoncino, che poi gli tocca andare di corpo. - No, vero? Non ti piaceva, non era all'altezza dei tuoi gioielli, né del tuo cammello!? -
Inferocito gli molla due, tre svalanche sul collo e una raffica di cazzotti sulla panza. E mentre si cafuddano pericolosamente, Baldassare si sveglia scollandosi di dosso la bambina che lo ha tenuto caldo per la notte. - Ue sciusciainbocca!!! Finiamo in bocca ai pesci? -
Il telefonino squilla, e Baldassare si illumina, è raggiante: - Dicono che la ragazza ha sgravato, un maschio, bianco. Viri chi figghiu di... scafista avi 'a essiri! Un altro poveraccio che ingrasserà la stirpe degli sfigati, portatori di croci! Sembra che all'ospedale fecero la gara a prestarci vestitini, copertine e ciripan. Gli regalarono la mucca per il latte e li alloggiarono nella stessa stalla, che al Centro di Accoglienza non li vollero per il feto di latte e di vacca al seguito. La mollava dappertutto, tonda e molla, come una torta. Ora però ci vengono a prendere!-
Spara un razzo che squarcia il cielo, è l'ultimo, se non li vedono adesso finiranno i bocca ai pesci. Il razzo sale dritto, infuoca con la sua coda lunga, lunga, pare che agghiorna. Poi si spegne lentamente lasciando mille scie di luce che colano sul nero inchiostro del mare. Il suo respiro minaccioso si fa sentire contro i bordi del gommone.
- Gaspare, ma che ti portasti a fare stu cammello! Non è buono mancu 'pu latti. Masculu iè! -


Clotilde Alizzi