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mercoledì 14 dicembre 2016

Povera Cho Cho San

“Signora, io all’opera non ci sono stata mai….però l’altro giorno l’ho vista in televisione!”
“non ho capito bene, come si chiama questa povera ragazza? Il giornalista disse Mimì ma secondo me sbagliò”
Non so se essere contenta o no da “addetta ai lavori” che la TV abbia trasmesso in diretta l’inaugurazione della Scala di Milano con l’opera MADAMA BUTTERFLY.
Da un lato il mio amico dice che l’opera è pop, dall’altro la mia parte elitaria storce il naso anche di fronte all’incompetenza degli intervistati e degli intervistatori.

Mi trovo ad assistere al capolavoro pucciniano “Madama Butterfly” insieme alla signora della porta accanto e così mi tocca spiegarle la trama.
Entra in scena la protagonista quindici anni netti, netti ma il cerone bianco del trucco non riesce a nascondere le rughe e così la mia compagna d’ascolto si trova smarrita tra il libretto e quello che vede.
Scusa Cho Cho San ma come puoi credere alle promesse del marinaio…..
Aspetti, aspetti tre anni , ogni giorno prendi il binocolo ma lui non arriva. Ma quanto è bello questo Pinkerton! anche se un poco antipatico e anche americano.
Quando finalmente torna, colpo di scena!  Torna ed è sposato con Kate che non dice una parola e oltre le corna si prende a carico pure il figlio della colpa.
Suzuky è disperata perché per accoglierlo le fai raccogliere tutti i fiori del giardino.  Inutili le sue proteste perché cara Butterfly sei eterea come una farfalla ma cocciuta come un asino.
Te l’avevano detto! Perché non ti sposavi con Yamadori? Quello è ricco e principe e anche se un po’ stupido ti sistemi per tutta la vita!
Ma poi questa storia del coro muto…”no, signora si dice a bocca chiusa”
Cerco di spiegarle che si chiama melodramma proprio perché DEVE FINIRE A SCHIFIU come biutiful ma lei, attenta spettatrice delle telenovelas, mi dice che dopo lì l’amore vince e c’è il lieto fine.

Anna Patti