Dal libro “Le
statue fontana Pretoria”
Superato il Teatro
del Sole – I Quattro Canti di Piazza Vigliena – si staglia davanti al
visitatore la fontana di piazza Pretoria. Le sue statue rappresentano divinità
pagane che Antonio Veneziano, luminare monrealese del XVI sec., ha descritto in
una raccolta di distici. Originariamente si trovava sullo stesso piano di via
Maqueda, solo successivamente fu creato l'assetto attuale che collega la
fontana alla strada mediante una scalinata ai cui lati sono posti due leoni
ieratici. Le prime statue poste su ogni ingresso della balaustrata di marmo
raffigurano esseri ibridi, metà uomini e metà animali terrestri o mitologici.
Esse formano una barriera tra il mondo degli uomini e l'Olimpo che si cela alle
loro spalle. I visi delle statue appaiono impenetrabili e misteriosi, i loro
sguardi austeri e corrucciati.
Dietro di loro, in
posa spregiudicata, gli dei dell'Olimpo, raffigurati in una sorta di teogonia,
di simposio degli dei, di convivio che sguazza nel piacere della vanità. Al di
sopra, in cima ad una colonna variamente decorata, un puttino con l'aria da
birbante che tiene tra le mani una cornucopia dalla quale sgorga l'acqua della
vita – un giovane dio creatore, uno Zeus dissacrante che crea come un bambino
l'Olimpo marmoreo –
Diana fa parte
delle dodici divinità dell'Olimpo ed è rappresentata con una faretra a
tracolla, mentre ai suoi piedi sono scolpiti un cervo ammansito e un cane. La
faretra ricorda che lei è la dea della caccia, mentre il cervo e il cane
rimandano alla sua leggenda. Nella letteratura classica Diana è immagine di
verginità, da lei scelta e difesa con forza tanto da divenire difenditrice
delle vergini (e vergini dovevano essere le ragazze che ambivano al ruolo di
sue sacerdotesse). Diana puniva tutti
coloro che oltraggiavano la pratica del suo culto. Il cacciatore Atteone, che
la vide nuda mentre si bagnava in un fiume, fu trasformato in un cervo e poi
fatto sbranare dai suoi cani.
La statua oggi si
presenta decapitata a causa di un colpo di bastone assestato da uno scioperante
durante una manifestazione del 1986.
Distici relativi a
Diana
“Me saxum sine
veste vides, si numina temnes
mutata cervus
fronte manebis aqua”
Versione:
“Tu che ignuda mi
scorgi in questo marmo
non riguardar mi
deità protervo
se divenir non vuoi
cornuto cervo”.
Apollo è il
fratello gemello di Diana e, come lei, fa parte delle dodici divinità
dell'Olimpo. È il dio delle arti e in particolare della musica. Viene
rappresentato come come uno spregiudicato e avvenente dio che con la mano
destra si tiene a un ceppo, mentre nella sinistra solleva un pugno di sabbia.
Queste due connotazioni , il ceppo e il pugno di sabbia, rimandano a due
fallimenti amorosi di Apollo: Dafne , che preferì essere trasformata in un
albero di lauro piuttosto che divenire la sua amante; la Sibilla Cumana che aveva
rifiutato le sue proposte , tra tutte quella di vivere tantissimi anni quanti
erano i granelli di sabbia che Apollo teneva tra le mani quando le propose di
divenire sua amante.
Distici relativi ad
Apollo:
“Murmur aquae, et
chitarae sonitus, dum pectora mulcent
ne strepe ni Niobes
aspera fata feras”
Versione:
“Mentre dell'acque
e della cetra, il suono molcisce
i petti, deh non
far fracasso
che con Niobe sarai
rigido sasso”.
La
Fontana di Piazza Pretoria è più di una guida illustrata. Corredata
dagli acquerelli di Giorgio D'Amato ripercorre con precisione e
documentazione storica a cura di Antonino Prestigiacomo la storia di
uno dei simboli architettonici della città di Palermo.
i nostri eroi non si sono fermati qui, il percorso continua...ci vediamo ai Quattro Canti.