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venerdì 29 maggio 2015

La pasta al forno


Pensieri che ci tengono svegli. Esplodono. Forte il desiderio che sognare a occhi aperti diventi realtà. Vorremmo che tutto cambiasse o tornasse come prima. Se si avverasse ciò che sogniamo.
Giulia l'aveva capito quel giorno che tutto poteva accadere. Una vigilia di Pasqua capì che i suoi poteri erano reali forse magici. 
-Vorrei che l'agnellino sparisse, le bastò pensarlo per far sì che l'animale si salvasse. Quando aprirono la porta non c'era più! Giulia lo sapeva che lo avrebbero usato per le funzioni pasquali ma che poi lo avrebbero cucinato e sarebbe stato il pranzo della zia Nunzia - lo sapevano tutti! Ogni anno era così, vecchia tradizione del paese. Dissero di avere visto l'agnellino saltare sui campi, era proprio lui! Rimasero tutti a bocca aperta -  il parroco disse come voli u Signuri! 

giovedì 28 maggio 2015

Al funerale di Mauro Rostagno

Forse è un incubo tra poco mi sveglierò e sarà tutto passato o forse è una brutta fiction e non so perché la sto guardando, le fiction in genere non mi piacciono, durano troppo ma questa si esaurisce in un’unica puntata: c’è un morto assassinato ma non c’è un colpevole; già, la giustizia ha i suoi tempi, si può svegliare dopo tanto tempo e decidere la colpevolezza di alcuni anche se non ci sono prove, o può dormire per venti anni senza venire a capo di niente.

mercoledì 27 maggio 2015

I CUL - Prima puntata

Camminava lento, trascinando la sua gamba tra i viottoli sudici e bui della città. Stringeva forte al collo la sciarpa che svolazzava per il vento, tra le labbra una vecchia e fedele pipa. Camminava lento,  mentre le gocce della pioggia scivolavano giù dalla grande visiera del suo grande cappello; la mano tremolante si appoggiava al bastone, così nero, così stanco, così simile a lui. Ecco, Lui, cosi veniva chiamato da tutti poiché il suo nome era cosi strano, cosi impronunciabile che nessuno e forse neanche egli stesso se lo ricordava. Non sapeva nemmeno perché continuava a rimanere lì, in quel luogo dimenticato da Dio, dove i ratti e gli scarafaggi la facevano da padrone; un luogo freddo, per niente accogliente, affatto familiare. Non si sarebbe mai sentito a casa lì, e chissà ancora per quanto tempo. Eh si, la Signora Apatia aveva divorato tutto: emozioni, colori, sensazioni, dolore. Parole ormai sconosciute per Lui. E così pensava e così cercava di accelerare il passo verso quello che tutti avrebbero definito un sottoscala, ma Lui chiamava casa. Eppure non era stato sempre così, ci fu un tempo, molto lontano ormai, è vero, ma ci fu un tempo in cui Lui viveva e viveva davvero, non solo per sentito dire. Ci fu un tempo in cui il suo cuore batteva forte e fiero nel petto. 

martedì 26 maggio 2015

Las Meninas

La medium sedette al tavolino senza nessuna grazia. Non aveva l'apparenza che ci si aspetta da tal genere di persona, vestiva in maniera sciatta, si mangiava le unghie, parlava con un tono di voce esageratamente alto. Si spensero le luci, e nello stesso istante in cui i partecipanti unirono le mani formando una catena, la sala dell'Accademia piombò in un profondo silenzio.
-Spirito guida! Se ci sei, batti un colpo!
Un tonfo secco risuonò alle spalle degli spettatori seduti sugli spalti, giusto nella zona dove erano stati poggiati i cappotti e gli ombrelli. La medium aprì un sorriso che lasciò intravedere l'assenza di due premolari.