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domenica 21 settembre 2014

AAS Vintage: Henry Lee

Caspar David Friedrich 
E tirava vento, e foglie e frasche per aria che di certo passeggiare sul crinale - miriadi di foglie -, che tutto poteva dirsi ma non che fosse prudente, guarda quei due, come cammina lui, come cammina lei, per me finirà in tragedia e tanto avevo detto e li seguivamo mentre si inerpicavano tra le rocce, su per il vialetto - quanti asparagi, ne raccogliamo a mazzetti -, e lei provava ad abbracciarlo, cosa che non si conviene ad una donna, ma era chiaro, si può affermare che in tutta evidenza lei cercava un contatto, forse fargli sentire il suo calore, si sa.

Lui sembrava in imbarazzo, lo vedevamo rigido, qualcosa era lì per lì perché accadesse, si sa come va il mondo, una parola di troppo o una di meno, che poi a sapere qual è la misura, credeteci, ne succede una l'anno e se non qui allora nel paese vicino o nell'altra contea, e non sono giovani, a volte lo sono, dicono che avevano altre intenzioni, uno dei due che voleva andare oltre, nei sentimenti si sa, c'è chi pretende troppo ma poi perché, mai che ci si accontenti, chissà lei, tant'è che il vento, e foglie e frasche per aria, di certo un tempaccio, vieni a trascorrere la notte da me, dormiremo insieme, ci sveglieremo insieme, Henry Lee, ma lui parlava di altro, di un amore vero che abita tra i campi verdi e oltre, insomma solite cose, e però questo arrivò a noi, ma perché avevano alzato la voce, brutto presagio, però dal nostro abbaino si vedeva tutto e nonostante il vento, che da lì a poco ci sarebbe stata bufera, ehssì che nostro Signore certe volte la manda e quand'è si vola, e rami spezzati e alberi divelti e pali, e foglie e frasche per aria; fu in quel momento che lei lo prese e forse uno o due baci ma lui indietreggiò, non l'avesse mai fatto, che quel castagno e quel rovo che si frappose alla vista - che more d'estate, che conserve nei nostri vasi -, e non si vedeva più nulla ma l'urlo, ah che urlo!, uno strazio di capretto o vitello scannato, che pensammo subito che brutto modo di disfarsi del genere umano, povera ragazza che la conoscevamo, non bene che il paese è grande, è una città, ma qualche volta al mercato, forse lì, e saremmo intervenuti - ma con quali forze, siamo anziani, camminiamo con il bastone -, e furono pochi secondi, quelli necessari perché la vita esca, e lei c'era, viva, non ce lo saremmo mai immaginati, che trascinava dei piedi come fossero una carriola, un bue che tira l'aratro, e lui supino con la testa che seguiva le asperità del terreno, molle come quei galletti a cui torciamo il collo; lo trascinò sino al pozzo, che nostro Signore non voglia mai che si debba morire ma anche uccidere in questo modo, che si debba uccidere in generale, sì, in generale. E c'era vento e lei urlò ancora, che le tue carni e il tuo nome possano andare in malora, né per me e neanche per quella che abita oltre i campi verdi, che ti aspetterà e non saprà mai che sei in un pozzo profondo cento piedi e passa - lì lo lanciò, e c'era vento, e foglie e frasche per aria, ehssì che stormiva e ululava tra i rami e la bufera che ormai era per scatenarsi e gli uccellini a cantare lalalalà lalalalì, che cosa insolita in quella brughiera spazzata, tra le rocce del vialetto, tra i cardi selvatici, i formicai, e quel rovo, e il castagno, c'è pure un albero di carrube, d'estate quante, ne raccogliamo a sacchi.

(Henry Lee rewriting - murder ballad di Nick Cave)

Giorgio D'Amato


Get down, get down, little Henry Lee 

And stay all night with me 

You won't find a girl in this damn world 

That will compare with me 

And the wind did howl and the wind did blow 
La la la la la 
La la la la lee 
A little bird lit down on Henry Lee 

I can't get down and I won't get down 
And stay all night with thee 
For the girl I have in that merry green land 
I love far better than thee 
And the wind did howl and the wind did blow 
La la la la la 
La la la la lee 
A little bird lit down on Henry Lee 

(N.Cave)