TACI, Ermione e non ci scassare. Non ho udito parole umane di scuse ma solo giri per giustificare la tua incapacità ad organizzare una gitarella fuori porta.
ASCOLTA: piove.
Sembravano nuvole sparse e tu dicesti: andiamo su le soglie del bosco a fare un pic nic?
Penso a tutto IO, tu non devi preoccuparti di niente.
Ed ora PIOVE sui pini scagliosi ed irti,sui mirti, sui ginepri. Non hai portato neppure un cestino per raccogliere i frutti di bosco nè un sacchetto di plastica.
Piove sui nostri vestimenti leggeri,sui nostri volti silvani: le nostre mani sono ignude (manco i guanti per raccogliere funghi); le tue sono ignude e gelate, le mie ti darebbero cazzottoni.
La favola bella che oggi m'illuse è svanita.
SENTI? La pioggia aumenta e qui non c'è nessuno, nessun riparo. Sento solo il gracidio della rana che sguazza e i tuoi lamenti.
Par che tu pianga ma godi di piacere nel vedere che sei riuscita a farmi incazzare di brutto, tu scorza virente di zucca.
Il tuo cuore è il nocciolo di una pesca, gli occhi cerulei polle inespressive, i denti mandorle acerbe.
Ti prenderei a mozziconi e butterei le scorze.
E andiam di fratta in fratta,il verde rigor rude ci allaccia i malleoli, c'intriga i ginocchi.
Ho la canottiera e la camicia hawaiana zuppe , i bermuda stracciati ed infangati, le tue ballerine hanno perso la suola, chi sa dove, chi sa dove.
Mia cara Ermione (chi ha scelto questo nome del cacchio, sicuro quello scemo e mezzo cecato di tuo nonno Gabriele),la nostra storia finisce qui.
La favola bella che ieri m'illuse, che oggi t'illuse non m'incanta piu'.
Resta sulle soglie del bosco e se vuoi tornare a casa tua fa l'autostop.
TACI.
ASCOLTA: piove.
Sembravano nuvole sparse e tu dicesti: andiamo su le soglie del bosco a fare un pic nic?
Penso a tutto IO, tu non devi preoccuparti di niente.
Ed ora PIOVE sui pini scagliosi ed irti,sui mirti, sui ginepri. Non hai portato neppure un cestino per raccogliere i frutti di bosco nè un sacchetto di plastica.
Piove sui nostri vestimenti leggeri,sui nostri volti silvani: le nostre mani sono ignude (manco i guanti per raccogliere funghi); le tue sono ignude e gelate, le mie ti darebbero cazzottoni.
La favola bella che oggi m'illuse è svanita.
SENTI? La pioggia aumenta e qui non c'è nessuno, nessun riparo. Sento solo il gracidio della rana che sguazza e i tuoi lamenti.
Par che tu pianga ma godi di piacere nel vedere che sei riuscita a farmi incazzare di brutto, tu scorza virente di zucca.
Il tuo cuore è il nocciolo di una pesca, gli occhi cerulei polle inespressive, i denti mandorle acerbe.
Ti prenderei a mozziconi e butterei le scorze.
E andiam di fratta in fratta,il verde rigor rude ci allaccia i malleoli, c'intriga i ginocchi.
Ho la canottiera e la camicia hawaiana zuppe , i bermuda stracciati ed infangati, le tue ballerine hanno perso la suola, chi sa dove, chi sa dove.
Mia cara Ermione (chi ha scelto questo nome del cacchio, sicuro quello scemo e mezzo cecato di tuo nonno Gabriele),la nostra storia finisce qui.
La favola bella che ieri m'illuse, che oggi t'illuse non m'incanta piu'.
Resta sulle soglie del bosco e se vuoi tornare a casa tua fa l'autostop.
TACI.
Floriana Sciortino