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venerdì 11 luglio 2014

La Madonna e i lenzuoli


Veniva il tempo che a fine estate doveva esserci la festa della Madonna matrona. E quanto la aspettavano i paesani, non vedevano l'ora, vestiti nuovi e soldi da parte per giocattoli e dolciumi. Il paese cambiava aspetto, spuntavano luminarie in strade e stradelle, nello spiazzale sul mare un trionfo di fontane che rischiarava la notte e tutti i pesci venivano a riva – pure le triglie e i calamari, pure i cristiani della città vicina che di pomeriggio arrivano con le sedioline e se ne andavano di notte dopo i giochi di fuoco. A lei questa cosa delle luci piaceva tanto, non gradiva la volgarità delle bancarelle e dei tavolini della roulette dove i padri giocavano soldi e si facevano truffare al gioco delle tre carte. 



E poi la Processione con troppi botti che il prete voleva grandiosa, tante preghiere e litanie che quando la Madonna le sentiva sbadigliava e diceva che palle, perché perdere tempo con queste cose vecchie che i giovani in Chiesa ci vengono solo ammazzati, piuttosto organizziamo i concerti sull'altare – alla Madonna piacevano i Led Zeppelin e certe cose di Gianna Nannini, pure un complesso che a fine concerto sfasciava le chitarre contro le casse. Macchè, il prete voleva ripristinare la messa in latino. Per questo non andavano d’accordo, che ogni anno, a tempo di processione, la Madonna strizzava le nubi a fare maltempo e le strizzava di polsi e le strizzava abbondante che l’acqua scrosciava e lavava il paese. Il prete andava dritto nella navata centrale e la guardava fissa negli occhi. Lei faceva finta di niente e intanto se la rideva di cuore. Che dobbiamo fare, vogliamo bagnare tutti i paesani che poi gli viene il raffreddore e la febbre a quaranta? 
La Madonna un po' ci pensava a questi suoi ammiratori che sarebbero usciti scalzi e allora commossa tirava fuori il sole per i raggi e lo fissava al bastone del mocio; si faceva una doccia, prendeva un velo pulito e misericordia di Dio saliva sulla bara infiorata; era un bagno di folla, che ci vuoi fare, è dovere dei protettori – una volta l'anno - farsi una passeggiata lenta con tutti i paesani. Il corteo attraversava stradine e ai balconi vedeva fiori e lenzuola ricamate di corredi di nubili o di spose senza figli. Lei guardava la biancheria e  pensava ai matapolloni che si usavano a Nazareth; in un taccuino prendeva due appunti per ricordarsi di dare una smossa a certe ovaie un po' pigre - alcune volte lo perdeva e non succedeva niente, altre volte sbagliava e una zitella restava incinta o una donna sposata trovava un amante.

Giorgio D'Amato