Le urla
della madre di Tita si sentono fino alle coste occidentali africane; questa bambina
pidocchiosa e insolente non vuole proprio saperne di studiare, nemmeno con la
minaccia di elettroshock.
Tita decide
di scappare di casa - le urla della madre appresso. La pestifera Tita sbatte in
un cespuglio di rovi, i componenti di un circo itinerante la vedono e la
raccolgono, che fortuna, il circo è sempre stato il suo sogno, magari la
salveranno. Purtroppo la useranno come bersaglio per i lanciatori di coltelli
nelle fiere.
La mamma la
cerca ancora continuando ad urlare imprecazioni contro Tita, finalmente la
trova in fiera, è così furibonda che prende la prima cosa che le capita
a tiro per tirarla a Tita: delle granate! Peccato, eppure amava così tanto sua
figlia. Che ironia!
La canzone
preferita da Tita era:
“Le tue
parole fanno male, sono pungenti come spine,
sono
taglienti come lame affilate e messe in bocca alle bambine,
possono far
male, possono ferire,
le tue
parole sono mine, le sento esplodere in cortile,
al posto
delle margherite ora ci sono cariche esplosive.
Le tue
labbra stanno male lo so, non hanno labbra da mangiare.
Le parole,
sì, che fanno male, fanno sanguinare.
Due lunghe
e romantiche vite, due lunghe e romantiche vite,
due lunghe
e romantiche vite divise … dalle parole!”
(Le tue
parole fanno male – Cesare Cremonini)
Laura Xerra
Laura Xerra