Giorno. Ore 11 del mattino, Bastiano, maresciallo dei Carabinieri si sveglia dopo una dura notte di guardia. «Minchia sonno, Maria, r'unnè 'u caffè» chiede a sua moglie Mariaelena. «Bastiano, 'nca susuti ca tu veni a pigghiare a tavola, che fai colazione e ti rilassi un attimino, poi ti fai la doccia e vai, che ti aspettano a lavoro...». Bastiano di alzarsi non ne vuole proprio sapere, quindi si stinnicchia un attimino le ossa a letto, perde altri cinque minuti e poi si fionda nella doccia, ma prima di entrare preme il tasto play dello stereo. «Minchia, chista bella è...non c'è non c'è, nannannana...non c'è non c'è, nananana...ahhhh, ci cafuddassi du corpi...la tua bocca de fracola...». Famoso per essere un tipo maldestro, Bastiano maresciallo dei Carabinieri, torna indietro lasciando la porta della doccia semiaperta. «Maria, talè, dammi le mutande, amunì, che mi faccio la doccia prima che finisce la canzone! Lo sai che non riesco senza che canto una canzone che me piace! Amunì!» e la moglie Mariaelena si fionda a trovarci un paio di mutande pulite a questo buonuomo.
Mutande alla mano, il caro Bastiano torna in bagno, chiude a chiave la porta, si volta e capitola con la testa proprio sullo zoccoletto della doccia,
morendo sul colpo. Rivoli di sangue si amalgamano al vapore prodotto dal
getto d’acqua calda. Mariaelena dopo venti minuti di mutismi si decide e
bussa alla porta: «Bastiano, ma così fai tardi però, muoviti!», ma
niente. Continua a bussare al marito morto ormai da un quarto d’ora. «Ma
sì cretinu? Ancora ca perdi tempo cull’acqua? Voi a paperina?!» e apre
la porta. Lo spettacolo raccapricciante si presenta insozzando il
respiro della cara signora Mariaelena, quasi freddandola e lasciandola a
bocca aperta. Niente urla, non ancora, soltanto un lago di sangue seguito dalla Pausini che canta "E anche l'estate ha le sue nuvole e tu sei l'uragano contro me, strappando i sogni ai giorni miei te ne sei andato di fretta...perché?".
Antonio Siddiolo