La città brucia e i bambini muoiono. La vita è ritmo di cavalli dal crine impazzito, nell’aria un ritornello che è preludio dell’inferno.
Per Natale ti regalerò il mostro che tieni sotto il letto, uscirà allo scoperto solo per te masticherà prima l’orlo della coperta per rosicchiarti i piedi fino a scoprirne le ossa. Morrai.
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Sono carina bionda, un gioiello di bambina, sono doni di Dio i piccini cuccioli e a loro i grandi provvedono. Sono un demonio in miniatura. I frugoletti come me? Cantano usano le loro tenere braccia e accompagnano sorrisi spenti al Creatore. Perché dite che uso frasi sconnesse? Io le prendo tutte le pillole colorate sul vassoio sterile la mattina, le mando giù con un bicchiere d’acqua cristallina, no, non è la torbida acqua di spilli di ghiaccio in cui ho annegato, quanti? Ah si venti piccini.
E’ bella Millhaven di più al tramonto quando si tinge d’oro falso. Un giorno in cui mi sentivo particolarmente in forma l’ho trasformata in un tizzone, ho trascinato una tanica di gasoline, stanca ma felice.
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Clangore di metallo e cavalli in fuga. Precipitano i denti dei bambini, non ci sono fatine qui. Sincopato, è il viaggio ed io non so davvero qual è la meta, a me interessa viaggiare. Accompagnarne più che posso. Sento il freddo nel cuore non possiedo una casa in cui tornare. Sono battiti? Ci sono altre pietre tombali da preparare. Oh Millahven mio piccolo inferno città di ciuffetti d’erba secca di rugiada color sangue. Attenti a dove poggiate i piedi. Attenti al cane. No io non uccido chi è tenuto al guinzaglio. Io castigo il padrone.
Adesso il canto esce dalla finestra di questa stanza imbottita ogni mattino, si ricomincia le solite macchie che sembrano farfalle, me ne farò tatuare una sulla pelle somiglia tanto al sorriso che ho disegnato con lo stiletto sul viso della signora Colgate, la traditrice.
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Adele Musso