Le mie figlie, fortuna che
sono ancora piccole, quelle se potessero si annegherebbero una con l’altra. Ma
io questo pomeriggio di mare me lo voglio godere tutto, ho deciso che non
ascolto nessuno, faccio il morto, galleggio, me ne fotto di quello che
combinano e dicono mia moglie e le sue figlie.
Mi hanno messo l’inferno
che dovevano venire a mare alle due - che ancora non c’è confusione - infatti la
spiaggia era piena, ho piantato l’ombrellone nell’unico spazio disponibile,
distante dall’acqua, ma almeno non le sento, ho pensato.
Dopo mezzora passata
all’ombra per digerire, mia moglie si è alzata e ha gridato che la sabbia le
brucia i piedi - lo dicevo che c’è troppo caldo a quest’ora – poi urla verso di
me, fa girare tutti quelli che si stanno rosolando intorno a lei.
E tu fai il
morto, non l’hai vista quella mosca cavallina - madremaria, che ci fa sulla
spiaggia? - che questa se mi punge sulle varici me ne vado all’ospedale.
No, non l’ho vista, la
mosca cavallina.
Papi papi, il gelato si squaglia.
Tre zecche attaccate alle
orecchie, tutti i giorni della settimana le sopporto con le loro lamentele, che
devo fare? mi tocca questa punizione divina.
Guarda! le tue figlie si
stanno bagnando il costume a pancia piena e ti sei scordato il cambio e gli
viene la congestione.
Io non le vedo e non le
sento, faccio il morto, per me possono gridare strapparsi i capelli
congestionarsi sbattere le mani sull’acqua affondare risalire salvate dalla
sirenetta.
Hai visto? alle tue figlie
ci devo badare sempre io!
Papi papi, il gelato s’è
squagliato!
Toti! Le tue figlie si
stanno afferrando per i capelli!
La lascio gridare, me ne
sto con gli occhi chiusi, non rispondo, oggi per me si possono pure sca
Raimondo Quagliana