Stanotte ho pensato la mia esibizione: io in tunica dorata incedo lenta sul palco, una sacerdotessa immolata al dio Sole, i capelli cotonati in una raggiera.
No.
Potrei...
Pantaloni e giacca neri, capelli lisci.
L'arrangiamento potrebbe suggerire un trionfo di musica sporca, da banda musicale - una vera banda paesana sul palco! -, nel bridge flauti e clarinetti, nel jingle una fioritura di ottoni, i timpani, costruiremo una cattedrale gotica, di potenza, con guglie e pinnacoli e cori di voci angeliche, tanti bambini - l'Antoniano? -, lasceremo un segno.
No.
Cioè?
Solo basso e batteria, un colpo secco sui quattro quarti.
Ah!
No.
Potrei...
Pantaloni e giacca neri, capelli lisci.
L'arrangiamento potrebbe suggerire un trionfo di musica sporca, da banda musicale - una vera banda paesana sul palco! -, nel bridge flauti e clarinetti, nel jingle una fioritura di ottoni, i timpani, costruiremo una cattedrale gotica, di potenza, con guglie e pinnacoli e cori di voci angeliche, tanti bambini - l'Antoniano? -, lasceremo un segno.
No.
Cioè?
Solo basso e batteria, un colpo secco sui quattro quarti.
Ah!
(Sul palco la cantante poteva non esserci, lei esibì un filo di voce svogliata, dismessa, rarefatta; sull'ultima parola elevò le braccia aperte suggerendo una piramide inversa come un angolo che seziona l'Universo.)
Giorgio D'Amato